La notizia è che il Napoli arriverà al big match non come la squadra di Sarri in mano a un altro, ma come la squadra di Ancelotti. Dopo 5 giornate, il cambio di pelle sembra terminato. Ieri Carlo si è smarcato dal passato. In tre modi. Primo: tatticamente. La conferma del 4-4-2 ha dato compattezza a una squadra che, per abitudine al pressing, rischiava di allungarsi troppo. Secondo modo: col turnover. In una trasferta delicata ha rinunciato ad Allan e Zielinski, i migliori finora. Sarri non l’avrebbe mai fatto. Ma così Ancelotti ha trasmesso fiducia a tutto il gruppo, ha fatto sentire importanti anche i Rog e i Verdi che ricambieranno. Il turnover garantisce riposo e durata. Anche per questo il Napoli di Sarri arrivava in fondo con la lingua fuori. Insigne, nella nuova posizione che gli risparmia dispendiosi presidi di fascia, può spendere con più lucidità il suo talento. Terzo modo: la serenità, perché anche le polemiche stancano. Sarri avvelenava le vigilie e cercava nemici. Ancelotti cerca cavalli per la sua scuderia e parla dei piaceri della vita. Il Toro ieri gli ha semplificato la vita, certo. Mazzarri, fonzianamente, ha visto colpe solo nei giocatori, responsabili di un approccio imbarazzante. Ma la facilità con cui la squadra si è esposta alle ripartenze azzurre nasconde errori tattici. Fonte: gasport