Altro che a Bari, per vedere l’esordio in serie D al San Nicola nella nuova squadra del gruppo. È qui, Aurelio De Laurentiis, nello stadio del Grande Torino. Al fianco del presidente Cairo a godersi il primo Napoli scintillante del new deal targato Ancelotti. «Siamo più forti dell’anno scorso, non avevo bisogno di assistere a questa vittoria perché lo sapevo già. La vita è bella quando si affrontano le sue complessità con humor e con Carlo la mia vita scorre in maniera divertente». Di sicuro, l’ottimismo al patron non è mai mancato. Non gli mancava neppure tre anni fa, quando di questi stessi tempi, è stato costretto ad alzare le barricate per difendere Sarri, di cui in tanti invocavano la testa. «Con Ancelotti è la svolta, il suo stile è unico, molto diverso da altri, non si poteva pensare che si andasse avanti con lo stesso stile di Sarri». Il riferimento, sia chiaro, è allo stile di gioco. Ma il riferimento, è chiaro, a Sarri non manca mai.
È l’abiura di De Laurentiis al tiki taka sarriano. «Con lui si giocava a memoria solo in una porzione di campo. Ora è diverso. Ancelotti ha vinto di tutto e di più, con lui si riesce finalmente a capire anche la qualità complessiva della rosa. Il suo modo di giocare è esemplare, fa capire a tutti quanto siano importanti e che non ci sono giocatori indispensabili. E riesce a non far adombrare chi resta escluso. Con il Torino ho ammirato un Napoli che ha giocato con passione e ne sono assai contento».
È chiaro che ogni volta che può il riferimento è al passato recente. Alla gestione Sarri che lui non ha mai nascosto di non aver condiviso. «Il turnover adesso è necessario per capire. Le partite non bisogna vincerle solo adesso ma anche a metà della stagione». Che qualcosa di nuovo ci sia, è evidente. Era da tempo che De Laurentiis non seguiva con questa continuità la sua squadra in trasferta. È stato anche a Belgrado. Ieri è arrivato solo all’ultimo momento, assieme ai suoi familiari. «Mio nipote ha anche previsto il risultato finale, mi sa che lo devo portare anche sabato prossimo…». C’è la Juventus. Nel big match della passata stagione il patron non c’era. Stavolta sì. Con Andrea Agnelli, rivale in Italia, c’è grande feeling in Europa: il numero uno della Juve è presidente dell’Eca di cui De Laurentiis è uno degli uomini chiave. De Laurentiis e Cairo potrebbe anche essere alleati nelle elezioni federali in programma il 22 ottobre: il presidente del Napoli ha confessato la sua preferenza per Gravina, presidente della Lega Pro.
«Non ho mai avuto dubbi su Carlo, è l’uomo giusto per me. Nei prossimi anni mi dovrò occupare anche di altro, non solo di calcio». Perché non si vive solo di Carlo (Ancelotti): c’è anche il mondo dell’altro amato Carlo (Verdone) che invoca la sua presenza e i suoi progetti. «Ancelotti ha humor che aiuta ad affrontare le complessità della vita, è ricco di esperienza, riesce a smorzare tutti i momenti ed è ligio alle regole esattamente come noi che lavoriamo dal cinema. E poi, si può parlare di tutto: avete visto che a Milano ha preso un cavallo francese? Vuol dire che oggi posso parlare con lui di ippica».
Sembra davvero una luna di miele con i fiocchi, quella tra Ancelotti e De Laurentiis. «Anche Mertens comincia a rendere bene. Ma c’è l’esperienza di Ancelotti che ha il suo peso, la sua importanza: ha trovato la quadra. I giocatori sanno che di lui si possono fidare».
Fonte: Il Mattino