L’ha anche raccontata attraverso i suoi libri, la fede per il Napoli, Maurizio de Giovanni. Scrittore partenopeo e tifoso del Napoli, penna e volto che trova sempre l’occasione giusta per difendere i colori della sua squadra del cuore e della sua città. E per lui queste prime uscite di Ancelotti tra campionato e Champions non sono da buttare, anzi.
Soddisfatto dei primi risultati del nuovo Napoli targato Carlo Ancelotti?
«A prescindere dallo scivolone di Genova, i primi risultati mi sembrano ottimi».
Anche il pari di Champions a Belgrado?
«Siamo sinceri: prima di vedere i valori tecnici della Stella Rossa, tutti noi temevamo la trasferta di Belgrado perché ci aspettavamo un clima rovente e temevamo che l’aspetto ambientale potesse pesare di più. E poi penso che anche per le altre sarà una partita difficile su quel campo».
Quindi i tifosi napoletani sbagliano ad essere insoddisfatti fino ad ora?
«La verità è che negli ultimi anni i napoletani avevano fatto la bocca a un tipo di gioco molto spettacolare e ora non lo stanno vedendo più. Ma è normale. Il tifoso napoletano è un tifoso competente e non può farsi influenzare dalla mancanza di risultati».
Conferma la fiducia ad Ancelotti?
«Il sistema giusto lo potrà trovare solo attraverso la sperimentazione sul campo. Sperare di vedere lo stesso gioco di Sarri è impossibile. Ancelotti non ha mai proposto nulla di analogo. Ma ciò non vuol dire che non si possa vincere lo stesso: la Juve lo fa da anni».
Insomma, lei ci crede?
«Assolutamente. Credo nel progetto ed in Ancelotti. Ma ad ogni nuovo progetto si deve dare tempo. Insomma: bisogna aspettare».
Lei che tempi si è dato?
«Quando vedrò per due o tre partite lo stesso Napoli in campo e capirò che Ancelotti ha definito la sua idea di gioco, valuterò il progetto. Non credo che si sia dato il tempo a questa squadra per capirsi. La vedo ancora in uno stato sperimentale. Se è un Napoli che deve poter usare 4 o 5 moduli diversi e allo tempo tempo tutti efficaci, ci tocca aspettare».
Che impressione ha avuto del Napoli in queste prime partite?
«Di un cantiere aperto. Ho visto 3 moduli diversi in 5 gare».
E i singoli?
«Si devono ancora adattare. Una cosa è Insigne largo nel tridente e un’altra è vederlo punta centrale. Così come una cosa era Callejon che faceva i tagli e un’altra è spostarlo esterno di centrocampo».
Ma anche a lei manca Sarri?
«Credevo nel suo progetto, quello che ci ha portato a fare 91 punti con una squadra inferiore tecnicamente anche a quella di oggi. Non mi sarebbe dispiaciuto dare la possibilità a Sarri di avere a disposizione la rosa attuale per provare a proseguire con il progetto che era partito un anno fa. Detto questo, però, a noi mancano parecchi elementi sulle trattative, quindi è solo dall’esterno che dico che si poteva dare un po’ di fiducia in più a un allenatore che ci ha fatto vedere delle cose bellissime».
Cosa le piace di Ancelotti?
«L’alternanza della rosa che prima non c’era. Ora vediamo in campo gli Ounas, i Luperto, i Verdi e altri che non avremmo mai visto. Addirittura si alternano anche i portieri».
Fonte: Il Mattino