Trevisani-Adani, caso sulla cronaca tifoidea
Quante volte l’avranno pensato. Chissà. Non succede, ma se succede… come fai a fermarti? Già. Effettivamente rimbomba ancora nelle orecchie, lo avranno pensato anche loro risentendosi: «Non è possibileeeeee». L’urlo in Tv ha squarciato l’etere e non solo, è stato notevole per decibel e forza espressiva, se lo avete perso andate su YouTube – dove le visualizzazioni sono migliaia – e riascoltatelo o rivedetelo. Perché in quell’istante, al gol di Vecino che a San Siro stabiliva il punteggio sul 2-1 per l’Inter, durante la telecronaca su Sky Sport di Riccardo Trevisani e del suo vicino di microfono Lele Adani, il mondo si è completamente rovesciato e il sano principio “in televisione guardi e per radio ascolti” è andato a farsi benedire.
Un boato, più forte di quello naturale del popolo interista che in quel momento sarà stato occhio e croce in estasi e oltre senza far torti a nessuno. No, con il football non riesci a essere distaccato, e l’episodio della nuda cronaca sportiva in quell’istantaneo frangente è diventato miccia da microfono. Rivedetela a mente fredda. Per come si è svolta la partita, per come sono arrivati in successione i gol e visti i protagonisti. Neanche un copione a tavolino poteva essere scritto con quel genere di appeal. Rigiocatela e ricommentatela non sarà mai più così. E’ il bello o il brutto – fate voi – del calcio e della diretta tv. Trevisani e Adani, Adani e Trevisani si sono centrifugati e sovrapposti in una escalation di parole e frasi. Non potevano fermarsi. “Sempre loro”, “hanno un cuore differente”, “il graffio”: già perché Icardi e Vecino avevano deciso lo scorso maggio la qualificazione alla Champions e l’altro giorno si sono ripetuti confezionando la vittoria contro il Tottenham, prima attesa di Coppa. Cose da pazzi. Guardate San Siro, guardate le facce della gente. Pazza Inter, amala. Non è mica un caso.
Cuore e passione e dall’altro neutralità e distacco. Il partito e la sua opposizione hanno impiegato un nonnulla a formarsi. Esagerati o no? Tifosi o no? Hanno sbagliato? I social in questi casi – sembrano creati apposta – supportano e amplificano. Dipende da che parte la vedi o da che parte stai, cosa ti piace e cosa ti aspetti. Era la prima italiana in Champions, l’Inter prima perdeva e poi ha vinto: che altro dire. La Tv commerciale e il calcio spezzatino hanno le loro leggi, ci sono gli abbonati e i tifosi, i filosofi e i sempre contro. Il dibattito resta aperto ed è da leggere con le sensazioni del prima e i pensieri del poi. Intanto i numeri: Sky Sport aspettava il ritorno della Champions, martedì sono stati 2 milioni 770 mila gli spettatori totali che hanno seguito i match, la novità degli incontri delle ore 18.55 ha avuto un’audience media di 1 milione 400 mila spettatori complessivi con il 7,5% di share, di cui 1 milione 225 mila per Inter-Tottenham (6,6% di share) e le partite delle 21 hanno raccolto nel complesso oltre 1 milione 370 mila spettatori medi, di cui 855 mila per Stella Rossa-Napoli, 275 mila per Diretta Gol e 230 mila per Liverpool-Paris Saint Germain. Numeri già, ma il cuore del calcio è un’altra cosa. Fonte: CdS