Oggi Paolo Cannavaro vive nel sud-est della Cina, nella metropoli di Guangzhou, dove è il vice del fratello Fabio alla guida dell’Evergrande. Parla ai microfoni della GdS:
Paolo, come sta in Cina? «Molto bene. È un Paese che va veloce. Mi serviva un’avventura così per aprirmi un po’ la mente».
Lei ha esordito in A sostituendo Fabio in Parma-Lecce (4-1) del 1999-2000, adesso gli fa da vice… «Quando ha saputo che volevo allenare, mi ha proposto di venire qui. Lasciare Sassuolo non è stato facile, ma era il momento giusto per farlo. A Guangzhou abitiamo nello stesso palazzo e stiamo insieme quasi 24 ore su 24».
Tutto è nato con Di Francesco al Sassuolo però… «Mi affascinava il suo metodo di lavoro. Con il mister ci siamo qualificati in Europa League. Gli ho scritto per complimentarmi quando la Roma è arrivata in semifinale di Champions. Ha fatto la storia, a prescindere da come è finita con il Liverpool».
Squinzi ha detto che De Zerbi gli ricorda Di Francesco… «Io e Roberto abbiamo giocato insieme a Napoli. Non lo conosco come allenatore, ma è un ragazzo intelligente e coraggioso. Sa quello che vuole e non ha paura di proporre la sua idea di calcio».
Lo scorso anno invece non è andata bene con Bucchi… «Cristian è un tecnico preparato, ma ha avuto poca fortuna. Però non è responsabile di tutto ciò che è andato storto. Venivamo da Di Francesco e forse non eravamo pronti a cambiare il modo di giocare. Sarebbe stata dura per chiunque».
Ma le difficoltà non spaventano Squinzi… «Il patron è tosto. Alla mia prima stagione al Sassuolo a febbraio sfidammo l’Inter a San Siro e Squinzi entrò negli spogliatoi per caricarci. Noi lottavamo per la salvezza, lui sognava già le coppe. Nel mio contratto c’era un premio per la qualificazione all’Europa League, che arrivò due anni dopo. Squinzi ci aveva visto bene».
E di Berardi che cosa pensa? «Ha colpi pazzeschi. Era partito bene nell’anno dell’Europa League, ma si è infortunato e non è riuscito a riprendersi. Poi ha perso qualche treno… Però ha le armi giuste per riscattarsi».
Inizio sprint anche per Boateng… «La società sta provando a fare qualcosa di diverso rispetto a quando c’ero io e la scelta di prendere Kevin lo dimostra, è il tipo di giocatore mancato in passato. De Zerbi ha il mix di giovani ed esperti che voleva».
Dopo tre giornate, il Sassuolo è l’anti-Juve grazie al «suo» Napoli? «Era prevedibile un inizio così, ma continuare a pensare a Sarri sa di autolesionismo. Bisogna avere pazienza. Peccato per lo scudetto mancato lo scorso anno, perché il Napoli vinceva giocando spesso meglio della Juve».
Niente Cina per Hamsik, convinto da Ancelotti a restare: come lo vede da regista? «Marek è abituato a giocare in profondità, ora deve adattarsi a un ruolo tutto nuovo. Bisogna dargli tempo. Ma i giocatori con la sua tecnica possono giocare ovunque».
Sogna di allenare in Italia un giorno? «Sì… In questo momento però penso solo al Guangzhou. Io e Fabio vogliamo vincere tanti trofei qui e scrivere insieme la storia di questo club».