Sia sincero: lei pensa allo scudetto?
«Penso che sia molto importante aumentare la competitività del proprio club e per poterlo fare bisogna aumentare il fatturato. Come si fa? Arrivando il più lontano possibile, e magari vincendo, una delle due coppe europee. Meglio se la Champions. Il vero obiettivo è questo. Poi se uno riesce anche a conquistare lo scudetto… Lo scudetto però passa da molte più partite: in Serie A sono 38 contro le 13 della Champions. A Napoli esiste il grande sentimento della cabala. Come fai a non pensare di poter vincere lo scudetto? Devi assolutamente credere di potercela fare. Però razionalizzando il processo dico: vincere il tricolore non mi fa fatturare di più; vincere la Champions invece mi fa fatturare di più e mi consente di acquistare giocatori più importanti per il Napoli. Questo però non vuol dire che io non voglia vincere lo scudetto».
Ecco perché ha preso Ancelotti: per alzare la Champions, lui che ne ha già tre in bacheca…
«Carlo ha vinto anche molti campionati e in tutta Europa. La mia buona fede è tale che ho preso un uomo buono per tutte le stagioni, per vincere scudetti, Champions ed Europa League. Poi a giocare siamo in tanti, sia in Europa che in Italia, ed è inutile fare delle previsioni rosee perché non portano niente. È meglio dire sempre che è tutto complicato e difficile. Per godere immensamente di più quando qualcosa che sa di miracoloso accade».
Quindi non le dispiace vedere la Juve già in testa e data da tutti come strafavorita?
«Esatto. Io però non mollo. Se avessi voluto mollare, potevo benissimo accontentarmi di rimanere quarto o quinto: avrei speso meno soldi per gli ingaggi dei giocatori. E invece noi come monte stipendi dei calciatori e dello staff tecnico nel 2018-19 siamo a 120,3 milioni. Altro che quinti in questa classifica… Stiamo investendo e molto».
Fonte: CdS