Il suo primo amore in Italia è stata Firenze, poi cronologicamente subito dopo Napoli. Ecco perché la sfida di sabato al San Paolo ha un sapore speciale per Daniel Bertoni, campione del Mondo nel 1978 con la sua Argentina che non dimentica l’Italia e guarda con occhio attento i movimenti delle squadre di serie A, fra sogni al limite dell’impossibile, speranze e incoronazioni.
Bertoni, che sfida sarà quella di domenica fra Napoli e Fiorentina? «Novanta minuti che ci diranno qualcosa in più sulle due squadre e alcune verità. Per quali traguardi potranno cominciare a lottare, anche se credo che dovremo aspettare la fine del mese, dopo la settima giornata, per capire gli obiettivi concreti».
Ma vede una Fiorentina che può competere ad alti livelli? «I viola sono attesi da cinque sfide in quindici giorni e alla fine di questi impegni ravvicinati sapremo di che pasta è fatta questa formazione. Se può arrivare in Europa League o magari anche in Champions. Ancora è presto per fare pronostici, ma essere partiti bene è fondamentale. Speriamo che la squadra ci porti a sognare con un trofeo o possa arrivare in Coppa».
E il Napoli? Può riprovare per lo scudetto? «Credo che possa lottare ancora per il vertice come faceva con Sarri, anche se non ha iniziato all’altezza delle scorse stagioni come risultati e come prestazioni. E in più arriva da una pesantissima sconfitta con la Sampdoria».
Ha cambiato qualcosa rispetto allo scorso anno. Saranno fattori decisivi? «Credo che quella di Jorginho sia stata una perdita importante perché era una pedina fondamentale per la rosa e per l’impostazione di gioco».
E poi c’è stato il cambio alla guida… «Hanno preso un altro allenatore e questo inevitabilmente cambia le cose, ma dobbiamo sempre ricordarci che Ancelotti ha vinto tutto, molto più del suo predecessore. L’importante è che non voglia seguire tatticamente quello che faceva Sarri, lui deve trovare la propria impronta per la squadra».
Ha lasciato un pezzo di cuore anche a Napoli? «Sono stato benissimo, ho avuto un rapporto speciale con tanti tifosi. Firenze e Napoli sono due città stupende che mi hanno regalato molto affetto. L’Italia in generale mi ha dato tanto ed è stato un periodo bello della mia vita».
Lo scorso anno al Franchi a decidere la sfida fu una tripletta del suo connazionale Simeone. «Il Cholito è un ottimo giocatore, ha un futuro importante nella Fiorentina e nella nostra Nazionale. Ha tutte le qualità per poter diventare un punto di riferimento per il club e per la rappresentativa. E ha già iniziato a dimostrarlo con la rete contro il Guatemala e non soltanto. Quest’anno alla Fiorentina sono sicuro che potrà esplodere definitivamente».
Il fatto che sia argentino e abbia la maglia numero 9, ha un fascino particolare per i fiorentini che hanno vissuto il mito di Batistuta. «Se Simeone riuscisse a fare la metà di quello che ha fatto Bati, sarebbe già straordinario. La squadra lo deve aiutare per migliorare sempre più. Se riesce ad esprimere tutte le sue caratteristiche, può diventare un campione».
C’è un augurio che vuole fare al Cholito? «Tutto il meglio. Di vincere il campionato del mondo come ho fatto io, ma anche la classifica dei cannonieri in Italia».
Come ha visto l’Argentina? «Rispetto al Mondiale deve cambiare tutto e lo sta facendo. C’è una generazione nuova, i giocatori che sono andati in Russia sono finiti. L’unico che ci può stare ha 31 anni ed è Messi che per noi è sempre troppo importante».
Anche Pezzella è stato chiamato dal ct Scaloni dopo l’esclusione di questa estate. «Mi piace molto e poi è diventato anche capitano dei viola e vuol dire che ha grande carattere. Ora però non lo paragonate a Passarella (ride, ndc)».
Chi è il fuoriclasse della Fiorentina? «Federico Chiesa, senza dubbio. Ed è importante anche per Simeone averlo a fianco nella manovra offensiva».
Per il momento però il goleador del campionato è Benassi.
«Ha iniziato alla grande e ha fatto già tre reti. Se prosegue su questa strada è una pedina fondamentale per Pioli».
A proposito di bomber, segnerà Cristiano Ronaldo? «Non mi stupisce che non lo abbia ancora fatto. Segnerà, ma non credo quanto al Real Madrid sinceramente. È un fuoriclasse come Messi però in Italia è difficile».
La Juventus è sempre la più forte?
«Sì ma c’è anche il Napoli e quest’anno mi piace tanto il Milan. L’Inter si è rafforzata e la Roma è sempre la Roma. Sapete cosa mi sarebbe piaciuto quest’anno?»
Prego «Che l’Inter avesse comprato Messi perché lo avrei voluto vedere come avversario di Ronaldo nel campionato italiano. Sarebbe stato fantastico».
Intanto però di argentini in serie A ce ne sono parecchi. «Icardi sta facendo molto bene in Italia, Lautaro Martinez è molto forte e deve dimostrare di poterci stare con continuità».
E Higuain? «È straordinario, se fossi un club non lo venderei mai e se fossi un allenatore non rinuncerei mai a lui. Ha portato la Juventus alla finale di Champions e farà molto bene anche al Milan».
La Redazione