Per fare l’en plein dei maggiori campionati europei gli mancherebbe solo un’esperienza in Bundesliga, per il resto Mohamed Sissoko – ma lo chiamano tutti Momo – non si è perso nulla. Spagna, Inghilterra, Italia e Francia, prima di fare nuovamente la valigia e volare in Oriente dove oggi veste la maglia del Kitchee a Hong Kong.
Cosa vuol dire trasferirsi a giocare ad Hong Kong?
«Un bel cambio di vita, lo ammetto, ma qui mi trovo bene. La città è bella e si vive alla grande».
E il calcio?
«Certo, il campionato non è come la serie A però comunque è bello. Mi diverto».
Nonostante il fuso orario riesce a seguire il calcio europeo?
«Ovviamente, sarebbe impossibile farne a meno».
E allora saliamo su una virtuale mongolfiera e proviamo a fare con lei il giro del mondo. Champions League: chi la vince?
«Le favorite sono le solite: Bayern Monaco, Real Madrid e Barcellona. Poi c’è la Juve che si è rafforzata. Ma ho un’altra favorita».
Ovvero?
«Il Liverpool. È davvero molto forte. Sono stati inseriti in un girone difficile con Psg e Napoli, ma quando vedo come giocano i ragazzi di Klopp mi rendo conto che hanno una marcia in più».
Cosa le piace di più del Liverpool?
«Il tridente è pazzesco. Non saprei sceglierne uno tra Salah, Firmino e Mané: fanno paura».
Lei con il Liverpool ha giocato tre stagioni, dal 2005 al 2008: che ricordi ha di Anfield Road?
«Le squadre che vanno a giocare a Liverpool devono le pensare che non affronteranno 11 uomini ma 12. All’interno di quello stadio si respira un ambiente incredibile, diverso da tutto il resto del mondo».
Un attimo, però, quando ha vestito la maglia della Juve le è capitato anche di giocare al San Paolo...
«A Napoli l’ambiente è molto caldo, ma non è e non sarà mai la stessa atmosfera che si respira ad Anfield».
A proposito di Juventus, che ricordi ha della serie A?
«Bellissimi: sono arrivato nel gennaio 2008 in una Juve molto forte ma tanti di quei giocatori come Trezeguet, Del Piero e Nedved erano quasi a fine carriera. Per me è stato un piacere giocare con tutti loro».
Dal passato al presente: cosa pensa dell’acquisto di Ronaldo?
«Per la Juve credo sia stato un colpo normale».
Davvero?
«Parliamo di una società che ha tanti soldi. Sono una grande squadra e prendono un grande campione, uguale a quando il Real lo prese dallo United».
Ma lei se le ricorda le sfide tra Napoli e Juve?
«Certo che sì: erano partite difficili giocate sempre in un ambiente fantastico».
Fatta questa digressione possiamo tornare al capitolo Champions: con CR7 la Juve è la favorita?
«Favorita non saprei. Di sicuro possono andare avanti perché a parte Ronaldo hanno fatto un grande mercato. Per me sono almeno da semifinale».
Rimettiamoci in viaggio: Liverpool, Torino, e poi Parigi.
«Al Psg non è stata la mia esperienza più felice dal punto di vista sportivo perché sono arrivato con un problema fisico, ma è stato bellissimo giocare nella squadra della mia città».
Veniamo ai singoli della prossima Champions: il miglior giocatore?
«Neymar. Lo dico senza mezzi termini. Perché vuole fare benissimo per poi sperare in un passaggio al Real Madrid nella prossima estate».
Non sembra però che Neymar sia quello che più di tutti la entusiasma.
«Infatti. Per me adesso il più forte di tutti è Mbappé. È un fenomeno vero e quando lo vedo giocare mi fa pensare al grande Ronaldo il brasiliano».
E dopo i giocatori passiamo agli allenatori: quello a cui è più legato?
«Mi bastano due parole: Papà Benitez»
Papà?
«Sì, mi ha dato tutto. Sono arrivato a Valencia a 17 anni e mi ha dato la possibilità di giocare subito in prima squadra. Mi ha dato tutto per crescere».
E l’allenatore dal quale vorrebbe essere allenato?
«Sarri».
Come lo conosce?
«Personalmente non lo conosco, ma ho visto come giocano le sue squadre. Come giocava il Napoli con lui e adesso come gioca il Chelsea. Mi fa impazzire perché fa fare ai suoi ragazzi un calcio divertente e allo stesso tempo concreto. Lo considero un grandissimo allenatore»
Da un Napoli all’altro: oggi sulla panchina azzurra c’è Ancelotti, allenatore che lei ha avuto anche ai tempi del Psg.
«È un grande uomo e grande allenatore e infatti ha fatto tanto bene ovunque. Come uomo, però, devo dire che è il numero uno e sono sicuro che con il tempo anche a Napoli lo farà vedere. È vero che ora viene da una sconfitta con la Samp, ma sarei contento se Carlo potesse portare il Napoli lontano».
Cosa le piaceva di più di lui?
«Ha un rapporto diretto con i giocatori, sa trattare con la gente e dà fiducia ai ragazzi, cosa che è molto utile. Ai tempi del Psg già parlavo italiano e quindi per me era facile confrontarmi con lui».
A proposito di Napoli: quali giocatori le piacciono di più?
«Mertens e Koulibaly».
Come mai?
«Sono quattro anni che il belga fa gol a raffica e fa sempre la differenza. È piccolo di dimensioni ma è un grande giocatore».
E Koulibaly?
«Oltre al fatto che mi piace come difensore, ma poi tutti quelli che lo conoscono mi hanno detto di lui che è una persona unica. Quando lo vedo giocare nella difesa del Napoli da serenità».
Fonte: Il Mattino