Con Ancelotti, però, sembra che la musica sia cambiata. Fin dai loro primi incontri: in Russia, quando Carletto era a seguire il Mondiale per una tv messicana, e poi a Dimaro, quando i due sono rimasti lungamente a chiacchierare sul campo di Carciato al termine del primo allenamento del polacco. Re Carlo ci ha messo un attimo a convincere Arek della sua importanza al centro dell’attacco del Napoli e del suo progetto tecnico e il polacco ci ha messo ancora meno a mettere la zampata vincete nel match di esordio contro la Lazio all’Olimpico. Ad Ancelotti Milik piace non solo perché sa fare gol, ma perché sa essere di aiuto a tutta la manovra offensiva: si muove bene, apre spazi per i compagni e sopratutto lotta su ogni pallone vagante, che sia alto oppure raso terra. Fonte: Il Mattino