Domani Fabian Ruiz tornerà in campo. Non gioca una partita ufficiale dal 19 maggio scorso, tre mesi e mezzo. Lo farà con l’Under 21 spagnola: una vittoria a Cordoba con l’Albania porterà la rojita all’Europeo Under 21 che si giocherà la prossima estate tra Italia e San Marino. «Un motivo in più per esserci!». Ecco quanto detto dal centrocampista spagnolo attraverso la “Gazzetta dello Sport”.
Finalmente si gioca. «Sì, non vedo l’ora. Non ho ancora avuto il privilegio di debuttare col Napoli, cosa a cui tengo da morire, però intanto c’è questa partita con la nazionale che può darci la qualificazione. Un ottimo antipasto».
Come mai non ha ancora giocato col Napoli? «Ho avuto la sfortuna di farmi male e la cosa ha ritardato il mio debutto in A, ma non ci sono problemi. Non ho perso né buonumore, né speranze, ci vuole pazienza, soprattutto quando si arriva da fuori. E poi in attesa di giocare sto conoscendo la città e Napoli mi piace un sacco. Il modo di vivere il calcio, con grande passione e trasporto, è molto simile a quello di Siviglia e per noi giocatori è importante, si sente un calore che a me personalmente piace e motiva tanto. E al quale sono abituato, cosa che aiuta l’adattamento».
È passato da Quique Setien, allenatore del Betis innamorato del pallone, a Carlo Ancelotti. Come si sente? «Bene, perché a mio avviso non hanno idee molto diverse. A entrambi, pur con la distanza ovvia che c’è tra le squadre che hanno allenato, piace giocare bene, tener palla, costruire».
E lei dove preferisce giocare? «Sono a mio agio in qualsiasi zona del centrocampo. Non ho una posizione specifica che mi piaccia più di un’altra. L’importante è avere la palla. Ho parlato con Ancelotti e anche lui mi vede bene in diverse posizioni del centrocampo. Lascio a lui la decisione».
Spagna-Russia: 1200 passaggi della vostra nazionale e sconfitta ai rigori. «Il possesso non porta alla vittoria, no. Però se uno ha questa idea del calcio la deve applicare in ogni partita, non va cambiata. La Spagna è stata eliminata, ma la sconfitta non deve far pensare alla nazionale che sia necessario mutare il modo di giocare».
E tra Liga e Serie A, per quello che ha potuto vedere, ci sono tante differenze? Qui in Spagna si ha l’idea che quello della Serie A sia un calcio piuttosto primitivo. «Sono in Italia da poco e non ho ancora toccato le cose con mano, sul campo, però per ciò che ho visto non mi sembra che sia così, non ho visto grandi differenze tra i due campionati. Noi abbiamo affrontato due squadre come Sampdoria e Milan che provano a giocare, a uscire dall’area col pallone a imporsi, e sanno farlo molto bene, esattamente come in Spagna. Più avanti quando giocheremo con altre squadre potrò essere più preciso, però la prima impressione è positiva in questo senso».
Il Milan giocherà in Europa League contro il suo Betis. «Sarà una partita molto bella, tra due squadre che amano la palla e hanno voglia di dimostrare qualcosa in Europa. Spero che vinca il Betis!».
E Joaquin? «Una leggenda. A 37 anni è in una forma strepitosa perché vive gli allenamenti e le partite come se ne avesse 17. È un esempio, come calciatore e ancor di più come persona».
I suoi compagni parlano dell’eredità di Sarri, fanno confronti tra attualità e recente passato? «No, siamo abituati ad adattarci allo stile di ogni allenatore. E nello spogliatoio c’è una certezza: siamo sicuri che quest’anno faremo tanto bene come l’anno passato, o di più».
E Cristiano Ronaldo? Il suo atterraggio è stato clamoroso. «È normale, è uno dei migliori del mondo e a chi ama il calcio fa piacere vedere i più grandi. L’arrivo di Ronaldo porta grande luce sulla Serie A e la cosa fa bene a tutti».
Si parla tanto delle sue 3 partite senza gol. Fabian ride. «Cristiano ha dimostrato anno dopo anno di poter fare una quantità incredibile di gol, tre giornate a secco non significano nulla: chiuderà il campionato con tantissime reti».
Perché ha scelto il Napoli? «Perché mi volevano, perché mi piaceva il progetto, perché mi hanno parlato benissimo di squadra e città sia Albiol sia Callejon, perché Ancelotti mi ha trasmesso fiducia: le sue parole sono state decisive».
Cosa chiede alla sua stagione? «Salute prima di tutto, poi poter giocare e che sia una buona stagione a livello collettivo. A livello personale mi piacerebbe far vedere rapidamente perché il Napoli ha puntato su di me, e che non ha fatto male!».
La Redazione