Tre indizi fanno una prova, l’approccio non è buono

Approccio sbagliato contro la Sampdoria, come con la Lazio e il Milan. Il Napoli di Ancelotti parte in maniera troppo soft e viene sovrastato sotto il profilo del ritmo e dell’intensità: azzurri sempre secondi sul pallone al Ferraris, in ritardo nei contrasti e nel pressing. La Samp ha stravinto i duelli a centrocampo e i blucerchiati sono riusciti ad infilarsi a tutta velocità in ogni zona del campo: stavolta gli azzurri hanno sofferto anche sul piano atletico correndo meno e peggio rispetto alle partite precedenti. Un problema innanzitutto di atteggiamento: la squadra di Giampaolo ci ha messo più fame ed intensità annichilendo il Napoli innanzitutto sull’aspetto agonistico. Hanno sofferto tutti e non solo i difensori ma i centrocampisti (Allan escluso) con Diawara e Zielinski palesamente in difficoltà e gli attaccanti per lo scarsissimo contributo di Insigne e Verdi in fase di contenimento. Squadra lunga, poca compatta e con le distanze che sono allungate tra i vari reparti: una sorta di reazione a catena perché tutti, a partire dagli attaccanti e per proseguire con centrocampisti e difensori, sono sempre partiti con quella frazione di secondo di ritardo per recuperare il pallone in fase di non possesso. La poca brillantezza degli azzurri anche nelle giocate d’attacco, manovra offensiva troppo prevedibile, nessuno sbocco e zero palle gol nel primo tempo con il tridente: un po’ meglio con Mertens al fianco di Milik ma di poco. Fonte: Il Mattino

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