Le parole di De Laurentiis alla radio ufficiale: «Evitiamo processi, siamo sereni: questa è una grande società, abbiamo un allenatore tra i più vincenti del calcio ma lo sapevamo che ci sarebbero servite sette-otto partite per diventare squadra». Bisogna saper perdere, senza lasciarsi andare: e se intorno s’avverte il venticello «calunnioso», mentre nella clessidra i granellini di sabbia scivolano lentamente, conviene uscire allo scoperto, avvertire quella brezzolina (fastidiosa) mettendoci la faccia e interpretando se stesso, nel pieno delle proprie funzioni e parlare, parlare, parlare per raccontare il Napoli visto da De Laurentiis. «Mi scuso con i tifosi, che vogliono vincere tutto e subito, e che ci avevano fatto la bocca buona dopo i primi due successi, però io qualche incidente di percorso me l’aspettavo. Questo è un periodo di assestamento, di conoscenza, di ambientamento per un tecnico che è rimasto fuori dall’Italia per circa un decennio. Un uomo che ha mietuto successi ovunque. Ma quando si cambia è come se si ricominciasse daccapo».
Fonte: CdS