In ordine crescente di importanza: le elezioni, il candidato, le donne. Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, da mesi sulle barricate, costretto a spostarsi dall’una all’altra parte in base all’argomento: per il voto con l’«opposizione», per le donne con la «maggioranza».
Tommasi, chiarisca le sue posizioni.
«Nulla da chiarire. Al Direttivo in programma domani ribadirò che noi siamo stati i primi a invocare la “promozione” del calcio femminile, in tempi non sospetti. Lo inserimmo nel programma di governo prima del non voto del 29 gennaio».
Dopo, è diventato argomento di scontro politico e materia per la giustizia sportiva.
«Sì, e mi dispiace. La nostra posizione però è sempre stata la stessa: affidare la Serie A e B femminile, e in prospettiva tutto il movimento, alla gestione federale».
Perché non va più bene la Lnd del suo alleato Sibilia?
«Nulla contro gli sforzi fatti dalla Dilettanti, qui non si tratta di togliere qualcosa a qualcuno, ma di dare qualcosa in più. È una questione di responsabilità: nell’anno in cui è aumentata la partecipazione dei club professionistici e la Nazionale ha conquistato la qualificazione al Mondiale, la Figc non può che impegnarsi in prima linea per lo sviluppo del movimento, senza delegarlo ad altri. Solo in questo modo possiamo dargli la dimensione internazionale che merita».
E la questione dei contratti delle calciatrici? Stare sotto l’ombrello della Figc non significa diventare professioniste. E molte società, oltretutto, non potrebbero permetterselo.
«Il professionismo è un traguardo ancora lontano, ma possiamo raggiungere un risultato intermedio: garantire alle atlete tutele e trattamenti professionali. E vorrei che questo concetto fosse chiaro a tutti, indipendentemente da chi sarà il prossimo presidente federale».
Le prossime mosse?
«Aspettiamo l’esito del ricorso della Figc al Collegio di garanzia, poi andrà chiarito una volta per tutte di chi è la competenza dei campionati e come vanno organizzati. Siamo già fuori tempo massimo».
Anche per trovare un candidato alla presidenza Figc?
«No, per quello c’è ancora un po’ di tempo. Ma io preferisco sempre parlare di contenuti».
Fonte: Gazzetta