CdS Campania – “CAMBIA NAPOLI”. Novità di Ancelotti a Genova contro la Sampdoria

Ancelotti in conferenza fa intuire” grandi manovre”

Simone Verdi ha preso il coraggio a due mani e s’è messo addosso una delle maglie più pesanti che ci fossero nel Napoli, sa di piombo e di responsabilità, sa di pipita e di nessun altro dopo lui, perché dopo Higuain e i suoi trentasei gol, non c’è stata voglia di intrufolarsi in una sfida (a distanza) impossibile. Verdi s’è portato il suo talento dentro quella casacca, l’ha rivestito del suo destro e sinistro che stavolta sembra possa strappare il posto a Callejon, è uno e trino (si fa per dire), perché può giocare ovunque ne abbia voglia Ancelotti, che stavolta propende per metterlo a destra ma che sa di poterlo spostare, a sinistra o anche al centro, perché nel modernismo partenopeo la prova del nove è ovunque: qua non ci sono frontiere, c’è un orizzonte spazioso

 

 

IN CONFERENZA

Stavolta conviene partire bene. «La Sampdoria ha qualità ed è bene organizzata La strada per vincere è giocare come sappiamo»

 Senza volerla caricare, Ancelotti, ma Samp-Napoli ha già un peso. «Perché ci consente di misurarci contro un’avversaria che ha qualità tecniche e tattiche, ottimamente organizzata da Giampaolo e contro la quale vogliamo fare la nostra partita. Ma sbilanciarsi adesso, sulla classifica, sa di prematuro: bisogna concentrarsi su quel che siamo riusciti a realizzare e su quel tanto altro che ci resta da fare». 

Intanto ci mette mano lei e sembra che muti qualcosa. «E se dovesse succedere lo farei semplicemente per motivare un gruppo fantastico, non certo perché qualcuno abbia demeritato. Però, e per questi motivi, qualche cambiamento potrebbe esserci». 

Vi piace rimontare... «Ma non sempre è possibile e quindi conviene non partire male, come successo con la Lazio e con il Milan. Alla prima, c’è stata un po’ di timidezza e al San Paolo, ci è mancata subito quella intensità che ci serve. Meglio non rischiare, stavolta».

Due partite e due volte fuori Hamsik, che ora rischia... «Io sono stato contento sin dal primo giorno da quello che Marek ha offerto e resto soddisfatto anche adesso. Nel calcio ci sono luoghi comuni da sfatare, come ad esempio la necessità di giocare tutta la partita: contro il Milan, il calciatore maggiormente determinante è stato Mertens, che ha avuto mezz’ora a disposizione. Hamsik ha caratteristiche diverse da Diawara e anche una tecnica differente. Sono calciatori importanti per noi, sui quali punto e che posso sfruttare nella stessa partita».

Piccoli problemi difensivi: prendete sempre gol. «Ma è una questione che riguarda la fase difensiva e non il settore. Siamo qua per questo, per migliorarci». 

Ritrova Fabian Ruiz.
«Si sta allenando dall’altro giorno, è disponibile ed è tra i convocati. Ma, ribadisco, lui qua non farà il regista. Ha doti enormi e non è caso è già nell’Under spagnola».

Aspetta rinforzi dall’infermeria. 
«Ma senza mettere fretta ed ansia a nessuno. Però li avremo a breve con noi, perché procedono nel loro lavoro di recupero». 

Infiamma il dibattito su cosa conti di più, se vincere o giocar bene...
«E se giochi bene hai maggior possibilità di vincere. E’ quella la strada, mi sembra la più semplice. Ci puoi arrivare solo se sfrutti al massimo le qualità dei calciatori a disposizione e comunque non esiste un sistema o una filosofia migliore delle altre. Aggiungo che con questi ragazzi è agevole sentirsi coinvolti: nessun individualismo, né gelosie». 

Dopo la sosta ritroverà la «sua» Champions. 
«Girone difficile ma non insuperabile, perché non esistono traguardi irraggiungibili. E’ un gruppo ricco di talento ma a Parigi, dove ci sono tanti italiani, non credo che abbiano stappato lo champagne, sapendo di doverci incontrare. E neanche Klopp, che è bravo e ci stima. Ci hanno rifilato una mazzata in amichevole ma andremo a giocarci le nostre carte, sapendo, ad esempio, che anche a Belgrado non sarà semplice». 

Fonte: CdS

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