Strano intreccio quello dei due ex. Quando Ancelotti disse addio al Psg, nel 2013, a Parigi arrivò il Matador. Senza incrociarsi però. Il divorzio tra il tecnico e il club dell’emiro di Doha si era già consumato. Fomentato anche dal Real Madrid che si portò l’italiano in Spagna. Una chiamata difficile da rifiutare nonostante l’idillio con una città che fece innamorare Ancelotti che viveva in pieno centro con vista sulla Tour Eiffel, e dove imparò ad apprezzare baguette e formaggi. Se ne andò almeno con il titolo di «roi» di Ligue 1, primo scudetto dell’era Qatar. E dopo aver impostato la trasformazione di una squadra destinata a grandi palcoscenici. Certo, nel bilancio di Ancelotti c’è anche lo scudetto perso dopo sei mesi di gestione, andato all’inatteso Montpellier. Ma fu subito perdonato, perché poi il suo Psg arrivò ai quarti di Champions, costretto a cedere il passo al Barcellona con due pareggi (2-2 e 1-1). Traguardo mai migliorato da allora. Abbastanza per far innamorare pubblico e giornalisti locali, sedotti anche da quel francese impastato di inflessione della bassa reggiana. Fonte: Gazzetta