Hamsik-Milan, venticinque volte, tutto compreso: soltanto Madame, ma guarda un po’, è stata incrociata più spesso (merito della coppa Italia) e adesso, però, si respira un’aria diversa, dovendo starsene teoricamente defilato, quasi nascosto in cabina di regia, ad inseguire un’altra vita. Si scrive Hamsik e si si ritrova una partita ch’è anche la sua, densa di vibrazioni, quattro reti segnate e anche tre assist, però fondamentalmente racchiusa in quello slalom, un capolavoro che dieci anni dopo resiste nel tempo, e che all’epoca fece nascere un idolo, sostenuto dalla definizione assai glamour di Edy Reja: «E’ un po’ il mio Gerrard e il mio Lampard».
Passi e corsa dentro il Napoli. Cinquecentodue partite per ora, ne mancano appena otto per affiancare Peppe Bruscolotti, per impadronirsi anche dell’ultimo trono che gli manca, per sentire la Storia scivolargli dentro, nell’anima, e legarlo a Napoli e a Castel Volturno, casa sua, che domenica sera gli consegnerà le chiavi della città e lo eleggerà cittadino onorario. Marek non è mai stato e mai sarà uno qualunque. Fonte: cds