Un passato da doppio ex, in campo con il Milan e in panchina con il Napoli: Walter Novellino si metterà comodo sabato sera in salotto tifando per…? «Sono due squadre che hanno riempito anni importanti della mia vita e della mia carriera. Il Napoli però ti resta attaccato sulla pelle».
E poi adesso c’è Ancelotti, un amicone vero? «Una persona competente, dai modi garbati, divertente a tavola. Quando era il vice di Sacchi in Nazionale, ero tra quelli che frequentavano la casa di Arrigo. E chi le dimentica quelle cene!».
S’è preso una bella gatta da pelare con il Napoli. «Gli piacciono questo tipo di sfide. Farà appassionare, è pure fortunato».
In che senso? «Nel senso che se lo tocchi, porta bene. Ovunque è andato, ha vinto».
Anche lui possiede questa convinzione? «Se Carlo non fiuta odore di scudetti o di Coppe, non va da nessuna parte. Credetemi, se non avesse creduto nel progetto, non si sarebbe mosso da casa sua in Canada».
Il fantasma di Sarri da scacciare, il record dei 91 punti, il secondo posto: migliorare significa arrivare allo scudetto. «Se la piazza lo lascia lavorare tranquillo, potrà farcela. Ancelotti offre il meglio di sé quando non è condizionato da pressioni e tensioni».
Ha iniziato alla grande, vincere in casa della Lazio non è da routine. «Ho ascoltato e letto le tante chiacchiere e i tanti dubbi sul nuovo Napoli ma noi allenatori conosciamo meglio di chiunque altro le dinamiche del nostro calcio: devi lasciar parlare sempre i fatti. Carlo ha risposto sul campo, per come si era messa quella partita la vittoria finale è un suo piccolo capolavoro».
Significa che l’ha vinta lui dalla panchina? «Voglio dire che è bravo come pochi nell’interpretazione e nella lettura della gara. Dopo i primi venti minuti ha aggiustato qualcosa e s’è vista un’altra squadra, fino alla fine il dominio del Napoli è stato fuori discussione».
Può un allenatore in un mese appena modificare impostazione e schemi di un gruppo che per tre anni ha pensato e giocato sempre allo stesso modo ? «Un mese è uno spazio di tempo troppo esiguo per cancellare completamente il passato. L’intelligenza del nuovo tecnico consiste proprio in questo: all’inizio cambiare il meno possibile, infatti i dieci undicesimi dell’Olimpico erano giocatori della passata stagione. Uguale anche la disposizione, cioè il 4-3-3. All’interno di queste conferme, ha cominciato a trasmettere i nuovi concetti: linea difensiva non troppo alta e maggiori verticalizzazioni in fase offensiva».
L’ideale sarebbe confermarsi contro il Milan. «Ovvio. Se il Napoli prende altri tre punti si tornerà a parlare degli azzurri come la vera antagonista della Juventus».
Intanto i rossoneri hanno portato a termine un mercato da protagonisti. «Ma sono un uovo di Pasqua».
Sarebbe, scusi? «Non hanno disputato partite ufficiali, non sappiamo se la squadra di Gattuso è carne o pesce. C’è entusiasmo, voglia di far bene, un nuovo assetto che lascia ben sperare il popolo milanista perché l’ingresso in società di Leonardo e Maldini rappresentano autentiche garanzie. Ma gli ex campioni non vanno in campo: il match del San Paolo ci dirà tantissime cose sulle ambizioni dei rossoneri».
E sul Napoli cosa potrebbe dirci? «Mi auguro ci dia le conferme che aspettiamo. Ormai la formazione azzurra è collaudata, dà grandi garanzie e deve sfruttare al massimo con Ancelotti il prezioso lavoro degli ultimi anni».
Ci sarà quel guastafeste di Higuain. «Non proprio un cliente tranquillo. Però per i difensori sarà un test niente male, direi stimolante dal momento che con la maglia della Juventus ha quasi sempre fatto gol».
Fonte: Il Mattino