Al povero Gonzalo, da quando è passato alla Juve, i napoletani hanno iniziato a guardare con occhi diversi, socchiusi per il dispetto. Da quell’estate del 2016 è diventato il traditore per definizione, un Bruto senza pugnale ma pur sempre Bruto. E col trascorrere dei mesi, quel sentimento ha preso corpo, si è rappreso e raggrumato, ed è sempre concentrato di umori nerissimi. Che sfoceranno, c’è da giurarci, nella solita liberatoria rappresentazione teatrale di un sentire collettivo e univoco: non ci saranno coreografie ad hoc dedicate al Bruto argentino ma ovviamente non mancheranno cori, insulti e tutto il resto all’indirizzo del Pipita che avrà cambiato colore delle strisce verticali, ma è pur sempre l’uomo del voltafaccia. Fonte: Il Mattino