Anche se nelle amichevoli estive non è andato in gol, Lorenzo Insigne sapeva che, nelle occasioni importanti, viene fuori il campione che è in lui. E così è stato. Insigne non è solo un condottiero, ma un napoletano che gioca nel Napoli, con tutto l’orgoglio che ne può comprendere. Lorenzo Insigne della squadra partenopea non è solo uno degli elementi dotati di maggiore talento. E’ qualcosa di più, è l’anima napoletana di una formazione cosmopolita. E’ lo scugnizzo che si trasforma in condottiero. Giusto che a siglare la prima vittoria del nuovo corso ancelottiano sia stato proprio lui.
Ancelotti si fida di lui, e lo ha seguito per tutto il ritiro di Dimaro, senza mai soffocarlo. Lo ha anche provato come falso nueve, ma lui ha preferito ritornare sulla fascia. Ed il mister non poteva dirgli cosa più rassicurante che “Lorenzo, gioca come vuoi e dove vuoi. Basta che fai ciò che sai”.
Nella tribuna c’era anche Mancini e questo non poteva che caricarlo ancora di più. Il tecnico della Nazionale Italiana ha grande stima del Magnifico, e lo ha dimostrato dandogli la fascia di capitano quelle poche gare che hanno giocato poco tempo fa. Mancini, Ancelotti. Grandi tecnici che – prima – sono stati grandi giocatori, capaci di vincere scudetti e coppe.
La Gazzetta dello Sport