Cesare Prandelli ne parla ai microfoni de Il Mattino
«Tutti vanno alla ricerca dell’anti-Juve. Ma è una ricerca semplice: se c’è una squadra che ha fatto 91 punti e ha avuto la forza di ingaggiare un allenatore come Carlo Ancelotti, chiaramente è lei l’anti-Juve». Cesare Prandelli, ex ct dell’Italia, ha una sensazione: sarà uno dei campionati più belli degli ultimi anni.
Prandelli, cosa deve imparare per prima cosa Cristiano Ronaldo del nostro calcio?
«Io faccio fatica a pensare che Ronaldo abbia qualcosa che gli debba essere spiegato. Credo che sappia da solo che i difensori e le tattiche difensive delle serie A non sono uguali alla Liga. Ma avrà già capito come riuscire a superare i difensori italiani…».
Cosa deve temere di più?
«Lui deve preoccuparsi solo di una cosa: qui siamo sempre insaziabili nei confronti dei campioni. Nel senso che magari i tifosi pensano che, visto quanto è stato pagato, ogni tiro deve essere un gol. Non sarà così. Giusto attendersi tanto dal più forte di tutti, ma giusto anche dargli la possibilità di poter sbagliare».
Il Napoli è sempre la rivale principale?
«Carlo è geniale. È nel posto giusto anche perché nessuno più di lui può rimanere impermeabile ai paragoni con l’ultimo triennio di Sarri. Il Napoli aveva bisogno del suo calcio ambizioso, lui riuscirà a dare una saggia quadratura agli azzurri: è elegante, è un appassionato educatore di calcio».
Però tre anni di sarrismo…
«Carlo è intelligente. Tutto farà tranne rivoluzioni. Sa come vanno trattati i giocatori, sa quello che vogliono, capisce i loro pensieri. Nessuno meglio di lui può consentire al Napoli di conservarsi in cima alla serie A».
La novità tattica è Hamsik regista.
«In realtà io ricordo Marek playmaker: era all’inizio della sua carriera, quando era ancora al Brescia. Ha piede, intelligenza. E poi questo è un ruolo che se ti entra dentro può davvero farti volare. Perché alla fine il gioco passa tutto per te. Credo che sia una mossa che Carlo abbia studiato. E credo che possa anche funzionare. In caso contrario, Ancelotti non è un tipo che si ostina».
L’esordio è con la Lazio.
«Sarà un bel test, contro una squadra che ha cambiato poco, che ha tenuto la quadratura della passata stagione e si è tenuta ben stretta un allenatore come Inzaghi molto bravo».
Sarà pure Insigne contro Immobile?
«Due beni preziosi del nostro calcio. Spero che giochino tanto, perché Mancini avrà bisogno di loro. E spero che giochino tanto anche in Europa, dove i giocatori imparano a essere ancora più competitivi».
Cosa deve aspettarsi il ct dell’Italia da questo campionato?
«Di trovare allenatori che facciano giocare i nostri talenti, che non abbiano timore di correre qualche rischio. Mi aspetto l’esplosione in particolare di due giocatori: Romagnoli e Belotti».
Ha parlato di Romagnoli: il blocco italiano del Milan può essere preso in considerazione anche in chiave Nazionale?
«Sì, sono molto curioso di vedere i rossoneri che con Gattuso hanno tutte le ragioni per essere ambiziosi. Dopo i tormenti dell’estate, mi pare che ci sia il sereno. Ed è un aspetto questo che può aiutare il Milan a divenire competitivo per la zona Champions: poi lì davanti hanno fatto un colpo che cambia gli equilibri, quello di Higuain».
Prandelli, dunque: Juve avanti a tutti, poi il Napoli. E dietro?
«L’Inter ha fatto un mercato interessante. Molto. Credo che abbia preso tutto ciò che le mancava nel passato. L’idea che potesse arrivare anche Modric fa capire anche come il nostro campionato sia di nuovo ritornato ad essere un luogo dove i grandi vogliono mettersi alla prova. Non è un cimitero di elefanti, ma una serie A dove il livello è cresciuto e non di poco».
Però da sette anni vince sempre la stessa squadra…
«Questa estate è cambiata la strategia dei bianconeri: nel 2016 per assicurarsi una corsa allo scudetto più in discesa, presero il migliore del Napoli, Higuain e uno dei migliori della Roma, Pjanic. In un colpo solo loro si rafforzarono e le dirette concorrenti si indebolirono. Stavolta è diverso. Ognuno è andato per la sua strada».
A Napoli, i tifosi si aspettavano un grande colpo in attacco…
«Io penso che quando si ha uno come Mertens, difficile pensare a un altro titolare. Falso nove o esterno, credo che il belga abbia le doti che piacciono agli allenatori: perché è generoso, ha qualità e vede la porta come in pochi. Sinceramente non capisco…».
E le altre?
«Il Torino mi sembra abbia fatto un mercato importante e anche la Fiorentina: non aver lasciato partire due gioielli come Simeone e Chiesa può essere indicativo».
Senta Prandelli, è il secondo anno del Var. Che ne pensa?
«Nonostante qualche polemica, penso che sia una cosa straordinaria. È stata una delle poche cose che mi ha emozionato vedere al Mondiale dove per il resto si è visto davvero poco di nuovo: tutti a difendersi e a ripartire in contropiede».
Lei avrebbe rinviato l’inizio del campionato per la tragedia di Genova?
«Sì, lo avrei fatto. È un giorno di lutto oggi, bisognava far slittare tutte le gare, non solo quelle del Genoa e della Sampdoria. Ma il nostro calcio è fatto così…».
Fonte: Il Mattino