La grande attesa è finita. Oggi a Verona, sul campo del Chievo che a breve sarà processato dalla giustizia sportiva per presunti illeciti amministrativi, scende in campo CR7, il campionissimo Ronaldo che dovrà dare lustro alla Juve e alla serie A, apparsa negli ultimi anni fortemente depressa. Subito dopo toccherà al Napoli di Ancelotti, atteso all’Olimpico dalla Lazio.
Il ritorno di Ancelotti in Italia, nove anni dopo riparte dal Napoli e ricomincia dall’Olimpico contro la Lazio. «È l’inizio di una stagione eccitante, siamo ansiosi di rendere orgogliosi i nostri tifosi. I miei giocatori, il mio staff e io lavoreremo duramente per il nostro club, attendo con ansia il vostro sostegno», la carica di Carlo sui social che conferisce una buona dose di ottimismo dopo l’allarme suonato per i due ko in precampionato contro Liverpool e Wolfsuburg.
Qual è il suo stato d’animo di questa vigilia?
«Mi sento molto emozionato perché torno in Italia dopo nove anni e tante cose sono cambiate. Sono molto contento di essere qui a Napoli. Purtroppo la vigilia è stata funestata da questa disgrazia che è avvenuta a Genova».
De Laurentiis le ha dato tempo per trovare la giusta quadratura parlando di 7-8 partite: a suo giudizio quante ne servono?
«Spero che la giusta quadratura ci sia già con la Lazio, la squadra ha dato segnali importanti in tutti gli allenamenti. Qualche partita è stata buona, qualche altra è venuta meno bene. Le difficoltà ci sono sempre quando si cerca di cambiare qualcosa e ci vuole più tempo quando si tratta di una squadra che ha fatto benissimo negli anni passati. Non ho mai parlato di stravolgimenti anche se faremo qualcosa di diverso: spero che il Napoli possa fare già all’Olimpico una partita di alto livello».
Quale sarà la formazione contro la Lazio?
«Non ho problemi a darla ma il problema è che i calciatori ancora non lo sanno e quindi ve la dirò a Roma: ci sono dei dubbi e questa è una cosa positiva perché c’è un gruppo dove in tanti meritano di giocare».
Quale sarà l’impostazione di gioco?
«Il sistema sarà lo stesso, cambia l’interpretazione che vogliamo dare alla partita: offensiva, super offensiva, difensiva e super difensiva. Dalle valutazioni fatte nell’ultima partita è mancato un po’ di equilibrio e abbiamo lavorato su questo nelle ultime settimane»
Lei ha vinto tanto, ci si stanca di vincere?
«No, perché vincere aiuta a vincere. Io faccio parte di quella categoria di persone a cui piace ricordare le vittorie più che le delusioni. Questa tifoseria aspetta da tanto di vincere: siamo qui per lavorare e dare soddisfazioni a noi stessi e ai tifosi del Napoli».
Cambia qualcosa allenare per la prima volta al sud?
«Tra i motivi per cui ho scelto Napoli c’è quello di vivere una realtà completamente diversa: passare dalla calma di Parigi e Londra alla passione e all’entusiasmo di questa piazza».
Cosa le darebbe maggiore soddisfazione e quali sono gli obiettivi?
«Fare rendere al meglio questo gruppo di giocatori che ha qualità. Gli obiettivi sono quelli dichiarati a inizio stagione e cioè essere competitivi in campionato, Champions League e coppa Italia».
La sensazione è che la Juve abbia aumentato il gap, lei ha una percezione diversa dopo aver allenato per poco più di un mese questa squadra?
«Ho avuto una conferma più diretta di quello che pensavo di questa squadra prima di allenarla. Un gruppo di qualità, non top dal punto di vista individuale, ma sano e con qualità singole che grazie al lavoro fatto negli ultimi anni si combinano molto bene. Si è parlato tanto di mercato, ma non c’era l’esigenza di stravolgere il gruppo che è competitivo».
Milik e Metens, due situazioni diverse per l’attacco?
«Le caratteristiche dell’attaccante centrale sono uguali: Milik e Mertens per quello che riguarda lo sviluppo del gioco sono identici. Cambiano le caratteristiche individuali perché Mertens è più rapido nella profondità e Milik più presente nel gioco aereo e di posizione nell’area di rigore».
Dopo la tragedia di Genova sarebbe stato meglio far slittare la prima giornata?
«Questo non lo so. Credo che la Lega abbia preso una decisione giusta nel rinviare le due partite delle squadre di Genova. Per quanto riguarda le altre gare noi eravamo disposti a tutto e ci adeguiamo alle decisioni della Lega».
La Lazio primo avversario, come valuta la formazione di Simone Inzaghi?
«La Lazio ha disputato un campionato straordinario l’anno scorso: ha un gioco diretto ed è molto organizzata con calciatori di prestanza e velocità, sarà una partita bella tra due squadre che vogliono giocare su ritmi alti e difficile sotto certi aspetti».
Più contento che finisca il mercato o che cominci il campionato?
«Sono concento di tutte e due le cose. E poi il mercato non finisce mai, adesso si entra già in quello invernale».
In una delle sue autobiografie ha scritto di aver preteso l’acquisto di Nesta da Berlusconi: c’è stata qualche pretesa nei confronti di De Laurentiis?
«La pretesa di Nesta era legata al fatto che ci serviva un difensore centrale, al presidente De Laurentiis ho fatto la richiesta di non vendere i calciatori che c’erano ed è stata esaudita credo anche con sacrifico da parte della società».
A centrocampo Hamsik si sta adattando da vertice basso, pensa a un centrocampo con mezzale più di qualità o più d’interdizione?
«Nelle ultime partite abbiamo giocato con un centrocampo robusto che fornisce garanzie da un punto di vista difensivo e con uno di qualità: l’equilibrio dobbiamo trovarlo sia nell’uno che nell’altro modo. Questo è uno dei dettagli da affinare».
Volendo dare un voto al mercato del Napoli da 1 a 10 quale sarebbe: si ritiene soddisfatto?
«Gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti. Un voto non lo voglio dare ma credo che il mercato del Napoli sia stato in linea con le aspettative: come sempre il giudizio lo darà il campo, poi quello definitivo si potrà avere a fine stagione».
Fonte: Il Mattino