Servirebbe una benedizione , per tutelare Alex Meret e liberarne il talento dagli abusi della sfortuna, per mettergli al fianco una normalità perdutasi nel tempo: ma in quel ragazzo, ventuno anni appena, c’è sicuramente un predestinato, dicono sia il futuro, l’erede naturale di Buffon, ed è bastato poco, appena tredici partite in serie A, per legittimarlo fuoriclasse. Meret è un investimento massiccio, venticinque milioni di euro, uno che sta già tra i primi dieci portieri più pagati della Storia del calcio, che è nato per essere un grande e che vuole diventarlo, dopo essersi lasciato alle spalle, e in serie: la pubalgia, un trauma alla spalla sinistra con interessamento della struttura legamentosa e la frattura del terzo medio dell’ulna sinistra, dopo appena ventiquattro ore trascorse con il suo Napoli. La buona sorte dev’essersi sistemata da qualche altra parte, o forse si è addirittura voltata di là, ma le qualità restano e non si toccato, lo scadenzario comincerà ad essere aggiornato sin da oggi, nella prima a Castel Volturno, utile ad Ancelotti e il suo staff per valutare i progressi e definire il rientro del portiere. i tempi. C’è una forbice ancora ampia, che va dalla speranza di portarlo in panchina sabato al debutto in campionato contro la Lazio alla possibilità di evitare sforzi e rischi e spingersi con cautela fino alla partita contro il Milan, a quella con la Sampdoria o, perché no, direttamente dopo la sosta: quando saranno passati circa due mesi dall’ultimo infortunio e per Meret diventerebbe più leggero mettersi i guanti per prendere a sberle questa maledizione che incombe su di lui. Fonte: CdS