Il Regista – Hamsik l’idea nuova, Diawara per vocazione

Pirlo non c’è più, e il calcio dovra farsene una ragione, né andare in cerca di replicanti: la regia è (quasi) un luogo mistico, nel quale però è impossibile interpretare ruoli e funzioni inseguendo se stesso e Marek Hamsik, che nella parte si è appen calato da cinque amichevoli, prova a trasmettere le proprie sensazioni, il suo calcio anche profondo.

E’ una dinamica impegnativa, che ha bisogno di scadenze naurali, mentre Diawara ha nelle corde la propria natura, la sua inclinazione e si direbbe una vocazione, ovviamente diversa però pronta. Hamsik il cinese è stato bloccato sull’uscio di Castel Volturno (anche) da Ancelotti, che gli ha consegnato il centrocampo, il pallone e un futuro nel quale è possibile calarsi con l’intuito di un rabdomante: deve scovare adesso gli angoli più dimenticati e però anche bloccare le linee di passaggio, deve raffinare la sua verticalità, moderandola, e palleggiare diversamente, preoccupandosi di chi gli sta intorno o alle spalle, mentre intanto il «nipotino» (dieci anni in meno) ha nelle corde quella dimensione spazio-tempo di chi è chiamato a illuminare e a rovistar palloni. Hamsik è l’Idea nuova che però induce, attualmente, alle riflessioni e lascerà indugiare su un ballottaggio tra due generazioni: sono più vicine di quanto sembrino. Fonte: CdS

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