Dries Mertens, è l’attaccante da scatenare in campo da Ancelotti. Che sia l’albero di Natale, che sia il tridente o qualsiasi altra scelta che germogli (il 4-2-3-1?), su quelle fasce c’è un traffico di talento da bollino rosso, una abbondanza da poter modellare ad uso e consumo del calcio di Ancelotti. E c’è un bomber, cinquantasei gol nelle ultime due stagioni, che sa fare e può fare l’esterno alto di destra o di sinistra, la prima punta o la sottopunta, starsene largo oppure andare nella terra di mezzo. La scheggia impazzita si chiama Ciro Dries Mertens, il concorrente di chiunque giochi là davanti, di Insigne per cominciare, con il quale è stato per un triennio (prima con Benitez e poi con Sarri) in ballottaggio, o anche il centravanti, una esplosione di gioia assaporata dall’ottobre del 2017 e dal quale è complicato staccarlo. Mertens è la furia da scatenare dove porterà il modulo, una serie di idee che Ancelotti ha in testa, pronte per verificarle negli allenamenti che verranno, perché «Ma io Dries lo vedo assai vicino a Milik». E quindi è un pericolo costante, ovviamente anche per Verdi e Ounas, una mina vagante da lanciare in quell’attacco atomico che per anni è andato oltre quota cento reti (con el Pipita ma anche senza di lui).