Cercavano un centravanti, forse un totem o più semplicemente un top player: e si sono accavallati sogni, morti inevitabilmente all’alba, nell’afa di un’estate attraversata a testa in su, inseguendo una favola. Giocateci voi con addosso la pressione di una città intera e con quell’eco assordante che sa di sfiducia: i calciatori girellano sui social, annusano l’aria ed avvertono la stima anche da un sospiro. Arkadiusz Milik s’è ritrovato in campo con quell’ombra opprimente di Edinson Cavani, un “mostro” nel suo genere e poi anche un amore confessato: l’ha preso a pallonate a San Gallo, contro il Borussia Dortmund, e poi a Wolfsburg, mentre intorno a sé c’era un po’ di vuoto pneumatico, ha tirato fuori il pezzo forte della ditta, s’è buttato nell’area, l’ha dominata, s’è staccata dal difensore ed ha segnato ancora. Fonte: CdS