Ancelotti dà a tutti la sua serenità. Lascia sbizzarrire i suoi attaccanti, ma sempre con costrutto. Non ha galattici in rosa ma è evidente che il colpo e il tocco di classe lo possono fare in molti, compresi gli interni del centrocampo che spesso e volentieri sono attaccanti aggiunti. Carlo ha capito che là al centro dell’attacco ci sono ancora degli intoppi perché Milik non ha ancora il passo del campionato e Inglese gorgheggia tra gli imbarazzi. E poi manca pure Mertens. Il centravanti ancelottiano ha chili e altezza. Lui non ha fretta di togliere certezze agli orfani di Sarri anche perché non è che ne abbia trovati tanti: però è evidente che le gabbie che c’erano una volta non ci sono più. Spesso, in passato, schermare Jorginho era l’arma per rallentare il gioco azzurro. Ancelotti toglie punti di riferimento, perché ne crea più di uno. Hamsik è l’attaccante in più: giocherà con imbucate e incursioni. Oltre che con verticalizzazioni. L’obiettivo è democratizzare il gol, ovvero spartirlo tra più uomini possibili. L’inserimento di Verdi è la cosa migliore vista: fa impressione per generosità e inventiva. Non è difficile prevedere i fuochi d’artificio.
Il Mattino