Reja: “E’ vero, sono il primo che ritorna, ma sapevo che la porta era aperta”

C’è un ritorno in casa Napoli, si tratta di Edy Reja che affiancherà Gianluca Grava alla guida della scugnizzeria perché il progetto è tale da aver bisogno di due menti lucide e quattro braccia operative. «È vero, sono il primo che ritorna alla corte di De Laurentiis, seppur con mansioni diverse, ma la cosa non mi stupisce perché con il presidente ci siamo lasciati in maniera consensuale e pacifica e non ha mai negato di aver sempre lasciato una porta aperta per un mio ritorno».

È stato chiamato per rifondare un settore giovanile sul quale il Napoli intende puntare per davvero: dal progetto tecnico alle strutture. «Conto di essere a Napoli nella prossima settimana per studiare bene quelle che sono le cose da fare approfittando del raduno della Primavera che poi partirà per il ritiro».

Ma dalle parole di Edy Reja si percepisce molto bene la volontà di avere un respiro più ampio e di non concentrarsi solo sulla squadra dei più grandi. «Il nostro obiettivo è quello di far crescere tutto il settore giovanile, perché meritano attenzione anche i più piccoli».

Intanto il primo passo si chiama allenatore. «In lizza c’erano tre profili a me tutti ben noti: Bollini, Viviani e Baronio e questo dovrebbe essere il nome definitivo per la guida della Primavera».

Non certo una scelta a caso, perché Reja vuole circondari di persone che conosce bene dopo anni di lavoro condiviso. «Bollini e Viviani hanno fatto parte del mio staff quando ero allenatore alla Lazio e al Napoli, mentre Baronio è stato un mio giocatore prima al Brescia e poi alla Lazio».

A proposito dell’uomo che guiderà i ragazzi del Napoli di domani. «Nel mio Brescia aveva appena 18 anni e giocava a centrocampo con Pirlo».

Edy Reja, tornato a Napoli con la precisa missione di rilanciare (in tandem con Grava) il settore giovanile per trasformarlo da nota dolente a fiore all’occhiello del club azzurro.

Il Mattino

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