Poi esistono i sogni (ma non quelli di grandezza): e si può atterrare ovunque, persino sulla luna, nel momento in cui si decida d’ondeggiare con la fantasia, lasciandola andare liberamente. Ma la verità, una e indiscutibile, è racchiusa nella realtà, in quella dimensione inattaccabile che la vita ti consegna, con le sue gioie e dentro i propri limiti. Un bel giorno, e neanche tanto tempo fa, quand’ancora il mercato non era approdato tra le Stelle, in quella nuvola dell’orizzonte, confuso tra i pensieri sparsi di Aurelio De Laurentiis, la luce abbagliante di Cristiano Ronaldo illuminò un universo, lo mise anche a soqquadro per un po’, perché dinnanzi a certe tentazioni – seppure prossime all’impossibile – si ha il dovere di riflettere.
Fu una mattina, non l’alba, ma un mezzogiorno rovente, in cui Jorge Mendes, il manager dei quel fenomeno paranormale che è in ottimi rapporti con il Napoli, e Aurelio De Laurentiis si persero a chiacchierare alle soglie della favola, con CR7 divenuto il soggetto di un desiderio travolgente.