Capello sul Mondiale: “Finale? Francia-Inghilterra, e vince quest’ultima. Uruguay da brividi, perchè…”

Fabio Capello, ec tecnico della Nazionale Italiana, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, in vista della prima semifinale che si giocherà oggi fra Belgio e Francia.

Un giudizio sul torneo alla vigilia di Francia-Belgio.

«Secondo me è stato interessante per tante cose. I fuoriclasse esistono ancora e mi riferisco naturalmente a Messi, Ronaldo e Neymar, ma il Mondiale ha dimostrato che nei club la loro luce abbaglia perché il contesto generale li aiuta. Nel Real di Ronaldo c’è Marcelo che crossa, Modric che imposta e Ramos che difende. Quando Ronaldo gioca con il Portogallo, le percentuali dei palloni in area si riducono del 70%. Lo stesso discorso vale per Messi: a Barcellona c’è una grande orchestra, ma in un’Argentina modesta anche lui ha sofferto. Il livello delle nazionali è più basso di alcuni super club e in questo caso si rimette tutto in gioco».

Analizziamo le semifinaliste: partiamo dalla Francia.

«Mbappé e Neymar sono i successori di Ronaldo e Messi. Il francese ha potenza, velocità, senso del gol e può ancora migliorare. Alla sua età, è più avanti di CR7».

Il Belgio?

«Ha tante qualità. Courtois è un ottimo portiere e lo ha ribadito contro il Brasile. Il centrocampo è solido. Davanti ci sono talenti come Hazard, De Bruyne e Lukaku. Non pensavo che il Lukaku dei tempi del Chelsea potesse raggiungere questi livelli»

La sua ex Inghilterra?

«Ha ragazzi veloci e un bravissimo allenatore. Southgate ha capito che con due centrali sarebbe andato a casa e ne ha messi tre. Ha trovato finalmente un portiere che para: Pickford ha senso della posizione e reattività».

Chiudiamo con la Croazia.

«Ha la qualità degli slavi, sperando che non si offendano per la definizione. I croati sono i sudamericani d’Europa, qualità tecniche sopra la media»

Previsioni per la finale?

«Francia-Inghilterra. E in tal caso vedo l’Inghilterra favorita».

Germania, Argentina, Spagna, Brasile: un poker di deluse.

«Il Brasile non ha avuto fortuna. Se devo fare un appunto, negli ultimi 20’ contro il Belgio andava cercato di più Douglas Costa e non puntare solo su Neymar. La Germania camminava. Ho visto una squadra vecchia nella testa e presuntuosa. La Spagna è rimasta prigioniera del suo gioco. Arrivavano sul fondo, ma non crossavano e il pallone tornava indietro. Serve un calcio più verticale. L’Argentina ha pagato la mediocrità».

L’Uruguay è uscito tra gli applausi.

«È stato esemplare. Giocare per la maglia e per l’allenatore è una cosa che fa venire i brividi. Tabarez è un gigante. Un signore tutto d’un pezzo. La sua lezione dimostra che non ci sia sofferenza che ti possa fermare».

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