Con Ancelotti nascerà Hamsik in terza versione dopo Mazzarri, Benitez e Sarri

Il calcio divora lo spazio e il tempo e non ha poi neanche bisogno di chiedere permesso: Hamsik scopre la sostenibile leggerezza del suo essere speciale con Mazzarri, diviene (quasi) eccezionale lui che invece ama essere normale, una condizione che gli è concessa dal codice genetico, dalla propria natura che, all’improvviso, abbagliata, si ribella all’alba della sua terza versione, quella che Rafa Benitez rende prolifica da trequartista puro e però costellata da chiaroscuri che s’intravedono ogni volta che s’alza la lavagnetta luminosa. Eppure c’è, e nessuno avrebbe potuto saperlo, semplicemente l’introduzione alla sua nuova esistenza, che con Sarri raggiunge vette di luminosità insospettabile e poi spaccati di opacità che s’allungano, ancora e continuamente, sempre al momento della sostituzione con Zielinski, l’erede designato. Ecco, sembrava proprio che stesse per consumarsi l’addio, l’aveva chiesto Hamsik, probabilmente consapevole di doversi ritagliare una Napoli da comprimario: mentre invece Ancelotti lo rimetterà nel bel mezzo d’una storia, la sua.

Fonet: CdS

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