FOTO – Lo Bello in difesa di Maradona: “Quanti censori, quanti giudici. Il mio ricordo personale di lui, è quello di un giocatore immenso”

Rosario Lo Bello, ex arbitro di Serie A, anzi l'”arbitro”, che tante gare ha diretto, con la professionalità ed il rigore che lo hanno contraddistinto sempre, posizionandolo tra i personaggi che hanno fatto la storia del calcio, ha postato sul proprio profilo Facebook, una foto ed un post, in difesa di Diego Armando Maradona. Quest’ultimo è stato attaccato, dopo che, ieri sera, alla conquista della qualificazione agli ottavi di finale dei Mondiali da parte dell’Argentina, si sarebbe reso “reo” di aver alzato il dito medio, come gesto quasi liberatorio, dopo una partita difficile.

Quanti censori, quanti giudici, quanti sul pulpito con l’abilità e l’attitudine, uniche, di chi sa sfruttare le occasioni e i personaggi per assurgere a protagonista. Quelli che, con superficiale ipocrisia, propongono la loro falsa immagine a tutti i costi e altri che accettano qualsiasi ruolo pur di emergere dalla loro mediocrità, lasciando nel vocabolario la parola dignità. Per Maradona uomo e per le sue esternazioni nessuna giustificazione, ma umana misericordia senza commiserazione. Sarebbe bene, però, ricordare la sua infanzia e gli sciacalli che gli sono piombati addosso per succhiargli il sangue senza mai aiutarlo. Nessun paragone, per carità di patria con Pelè, altri tempi e anche lui con qualche problema in famiglia (i padri sono sempre responsabili). Credo che bisognerebbe, però, indignarsi con chi, anche lui immagine pubblica e per alcuni icona, pensa che gli altri siano degli stupidi raccontandoci la favola del deposito, presso un amico di nota attività, di una considerevole, non per lui, somma di denaro. Il mio ricordo personale di Maradona è quello di un giocatore immenso ( e magari qualche altro ho avuto la fortuna di vederlo da vicino), geniale e trascinatore, col piede e il tocco felpato accarezzava il pallone. In Italia dalla cintola in giù, quello vero ci ricorda il gol della storia del calcio ai mondiali, tra giocatori come birilli, integro per tre mesi per la SUA Argentina.
Giocatore e uomo rispettoso del suo ruolo e di quello degli altri, mai avvicinatosi ad un arbitro col dito medio in faccia, senza mandarlo più volte….e tète à tète a contatto con la fronte, mai agitate le braccia, anzi, a debita distanza di rispetto. Come uomo scelgo, con convinzione profonda, un colpevole consapevole, che un ipocrita commediante”.
 
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