Mertens a tutto tondo: “Ho imparato la lingua nello spogliatoio, a Napoli sto bene. No, in Cina non ci vado!”

Il rapporto con i tifosi, con la città, Sarri ed il Belgio...In più Kat e il "metter su famiglia" : il folletto belga si è raccontato...

Dries Mertens è a Napoli da diversi anni ed ha solidificato in questo periodo il suo rapporto con città, tifosi e…lingua!  Per molti è Ciro ed a lui sta bene così. Del suo essere giocatore del Napoli e di tutto ciò che comporta, ha parlato in una sorta di lungo documentario mandato in onda dall’emittente belga EEN.  La parola a Dries Mertens:

Io e…la lingua: “Approcciare la lingua non è stato semplice”, confessa l’attaccante belga, “dopo sei mesi dovevo fare le interviste in italiano ed era complicato. Presi un po’ di lezioni, ma alla lunga si rivelarono stancanti. Appena le terminai, cominciai a imparare la lingua nello spogliatoio, sentendo i miei compagni parlare”. 

Io ed i tifosi: Credo sia stupendo che qualcuno voglia fare una fotografia con me. Per questo sono sempre disponibile a scattare un selfie, nonostante qualche volta sia stancante. Detto ciò, Napoli conta più di un milione di abitanti e sono abbastanza convinto di aver scattato una foto con ognuno di loro. La vittoria con la Juventus? Fu una cosa da pazzi. Il nostro pullman non riusciva a farsi strada in quella marea di gente, tutti erano in delirio nel cuore della notte”.

Io e il mio futuro“Se giocherò mai in Cina? Assolutamente no, mia moglie Kat non sarebbe mai d’accordo. Ho avuto l’occasione di farlo, con la possibilità di guadagnare una fortuna. E poi a Napoli sto benissimo, mi piace come si vive qui. Ho ancora due anni di contratto, vedremo come andrà a finire”.

Io e il mettere su famiglia… perché“Spesso i miei nipoti (figli del fratello n.d.r.) vengono qui a Napoli. Sono scatenati, hanno sempre voglia di giocare, anche la mattina presto. E quando poi vado ad allenarmi, sento già la stanchezza. Forse anche per questo motivo non avere figli è un modo per prevenire gli infortuni. Rispetto davvero tanto, comunque, i calciatori che hanno dei figli e riescono a gestire tutto”. 

Io, Dries Mertens, Sarri, il fumo e l’alcool“A Napoli c’è una linea guida molto chiara. Qualche volta, nei giorni precedenti alla partita, troviamo anche un po’ di vino a tavola. E’ vero che un atleta non deve eccedere, se vuole restare al top, ma un bicchierino dopo una partita non può che fare bene. Sarri? E’ il più grande fumatore al mondo“.

Io e il Mondiale: “Siamo pronti a dare il meglio di noi, se ci crediamo possiamo vincere. Abbiamo tanti giocatori giovani e di qualità, con tanta esperienza da spendere in una competizione come questa”.

[Dichiarazioni da sigonfialarete.com]

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