Dinnanzi alle tre vie (Napoli, Roma, Inter), Simone Verdi, 26 anni ad agosto, ha capito che non gli sarebbe stato lasciato più altro tempo per decidere e s’è intrufolato, virtualmente, sulla strada che conduce al San Paolo, lo stadio che si è negato nel gennaio scorso, quando in lui prevalse il desiderio di rimanere a Bologna. Ma Giuntoli, che a gennaio, una notte, rimase con Donato Orgnoni, il procuratore del fantasista, a giocarsi le proprie carte per far opera di persuasione, non ha mai indietreggiato, anzi, e quando con la spinta di De Laurentiis è tornato in forcing, giorni fa, ha colto il cedimento. Il contratto con il Bologna esiste da quel dì (ventitré milioni di euro, più due di bonus), nell’affare ci potrebbe entrare anche Inglese, che piace a Bigon, e il quinquennale per l’ala va da un milione e ottocentomila euro in su.
Al resto ha provveduto Carlo Ancelotti che dall’Inghilterra, dal Canada o da qualsiasi angolo del Mondo in cui si trovi, è già entrato nel ruolo, spargendo la propria autorevolezza via telefono: Verdi è rimasto incollato al cellulare, ha accolto con orgoglio le sollecitazione dell’allenatore, ha intuito di essere dinnanzi ad una possibilità che non può essere sprecata, ritrovarsi con uno degli allenatori più vincenti della Storia e rientrare dalla porta principale del Napoli, che resta spalancata anche per Hamsik («sarebbe un onore giocare con lui») e Mertens («è stato molto convincente»), entrambi raggiunti, pure loro, da uno squillo del tecnico.
Fonte: CdS