Aurelio De Laurentiis si è riappropriato della scena napoletana con una mossa magistrale per qualità e tempismo: Carlo Ancelotti è uno dei cinque migliori allenatori del mondo per unanime riconoscimento, e il fatto di averlo ingaggiato tre giorni dopo la fine del campionato la dice lunga sulla progettualità della scelta. Un profilo di questo spessore, poi, lenisce il dolore del popolo sarrista: ci si può dispiacere per la separazione dal tecnico di Bagnoli, non perché la società ridimensiona le ambizioni. Il mantra di queste ore, infatti, è «se prendi Ancelotti vuoi vincere subito».La premessa serve a chiarire dove, in questa storia, stia di casa la logica. Il calcio, però, è fatto anche di sentimento. Maurizio Sarri ha risvegliato un vulcano, nei suoi tre anni sulla panchina del Napoli, e paradossalmente la circostanza che non abbia vinto niente ingigantisce il rapporto che si è creato fra lui e i tifosi. Affezionarsi a un allenatore che ti riempie la bacheca di trofei è nelle cose; farlo con chi ti porta vicino al successo per poi mancarlo è molto più raro. Nel bene che Napoli vorrà sempre a Sarri c’è un preciso giudizio tecnico: la Juve è la squadra più forte, fra le due rose corre una differenza di 10/12 punti, se alla fine sono stati solo 4 è perché il gioco partenopeo ha funzionato da valore aggiunto.Ma ciò che legherà per sempre Napoli a Sarri è l’orgoglio di essersi sentiti rappresentati, e il primo rapporto di simile natura che viene in mente è quello fra la gente interista e Mourinho. Per carità, il portoghese in due anni vinse tutto: ma al di là dei successi, Mou è entrato nei cuori nerazzurri con i «zeru tituli» e col gesto delle manette. Comunicava ai suoi tifosi «sono vostro e soltanto vostro». Sarri ha percorso la stessa via: non a caso domenica ha escluso di poter passare «direttamente» a un altro club italiano, lasciandosi eventualmente aperta una strada solo per il futuro, quando certe passioni si saranno acquietate. Il professionista pensa sempre al domani. Il capo carismatico ci penserà domani.Sarri ha lavorato con grande coerenza e altrettanto grande testardaggine. La seconda si specchia nel turnover mancato e, ancora domenica, nella preoccupazione di confermare l’intera rosa malgrado sia evidente che per vincere occorre cambiarla. Ma la coerenza è nella filosofia della grande squadra che va sempre in campo per imporre il suo gioco. Ne fruirà Ancelotti, che avrà a disposizione giocatori migliori: dovrà insegnare all’ambiente alcune cose, non il coraggio. Il mercato segnala Sarri vicinissimo al Chelsea, e ci sarà tempo per ragionare sulla nuova tappa del suo cammino. Di certo, rispetto alla gente di Napoli, vale ciò che si dice al tramonto dei grandi amori: è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati.
Fonte: gasport