Merolla (Allenatore): “Quello scherzo a Virdis! Carletto un indimenticabile compagno di classe. Non fu solo Sacchi ad ispirarlo”

Carletto, un indimenticabile compagno di classe. «Supercorso a Coverciano del 1993, c’erano Ancelotti e perfino un campione del mondo: Bruno Conti. Entrambi grandi perché umili», ricorda Antonio Merolla, allenatore originario di Torre del Greco, un lungo percorso calcistico partito dalla squadra della sua città che lo ha portato anche a lanciare futuri fuoriclasse come Luca Toni ai tempi del Fiorenzuola. Ha conservato gelosamente la foto di fine anno: lui alla destra di Ancelotti al termine di mesi «di intensi studi, un corso davvero interessante grazie a docenti come Ferrari, Fini, Cannavacciuolo e anche a persone come Carlo che resero piacevoli e costruttive quelle settimane».
Che compagno di classe era Ancelotti?
«Mi colpì subito per la sua grande disponibilità. Si comportava allo stesso modo con il collega che aveva vinto la Coppa del mondo e con quelli che avevano giocato nelle categorie dilettantistiche. Da uno che era stato così grande come calciatore e che aveva cominciato la carriera di allenatore nello staff della Nazionale, al fianco di Arrigo Sacchi, ci si poteva aspettare un atteggiamento differente e invece no: Carlo era affamato di notizie, ascoltava le opinioni e le confrontava con le sue idee. Questa capacità non è comune nel nostro mondo e deve essergli tornata poi utile nella sua straordinaria carriera».
Le idee di Ancelotti erano quelle di Sacchi.
«Sì, però lui aveva avuto un altro grande maestro, Liedholm. Ed ecco perché, pur essendo considerato figlio di Sacchi sotto l’aspetto tattico, era differente rispetto al maestro che credeva che la sua idea di calcio fosse la migliore tra tutte: più riflessivo e meno integralista Carlo».
Ma le settimane a Coverciano non erano soltanto lezioni di tattica in aula.
«Nelle ore libere veniva fuori il carattere di Ancelotti, la sua allegria. Una barzelletta dopo l’altra, stava a proprio agio nel gruppo. Anche a tavola, certo… Eravamo vicini di camera, parlavamo tanto delle nostre esperienze e delle nostre aspirazioni. E una sera, poi…».
Ci racconti.
«Carlo fu l’ispiratore di uno scherzo a Virdis, un altro campione che aveva giocato con lui nel Milan che aveva soffiato lo scudetto al Napoli nell’88. Ma anche se è passato tanto tempo meglio non raccontarlo nei dettagli…».
Ha più rivisto il compagno di corso?
«Quando era il vice di Sacchi, andai a trovare Ancelotti nel ritiro della Nazionale. E anni dopo, quando lui allenava a Parma e io a Fiorenzuola, ci incrociammo in ritiro. Sono felice che Carlo abbia scelto Napoli e il Napoli sgomberando il campo da odiosi luoghi comuni. Ma avete visto quanti calciatori in questi anni si sono permessi di rifiutare una città e una squadra come queste? Ancelotti, con un curriculum che non ha eguali al mondo, ha invece accettato in pochi giorni e questo evidenzia il suo spessore umano».

Fonte: Il Mattino

 

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