Carlo Ancelotti ha vinto in ogni dove. Quando era alla guida del Milan, uno degli infaticabili del centrocampo rossonero era Cristian Brocchi. Eccolo ai microfoni de Il Mattino:
La lezione più importante tra le tante ricevute durante la vostra convivenza ai tempi del Milan? «I suoi successi passano tutti dalla grande gestione del gruppo che è sempre stata eccezionale».
Ovvero? «Tutti noi avevamo una grandissima stima di lui, perché dava lo spazio giusto a tutti e ci motivava instaurando un rapporto forte. D’altra parte non ho mai sentito nessuno parlare male di lui».
Secondo lei qual è stata la sua chiave tattica più importante per centrare tanti successi in tutta Europa? «Aver ascoltato Pirlo mettendolo davanti alla difesa e aver inventato l’ Albero di Natale nella partite in cui serviva equilibro».
Lei oggi è diventato allenatore, c’è qualcosa che ha rubato dal modo di lavorare di Carlo Ancelotti? «Mi ha dato tanto dal punto di vista gestionale e mi sono molto vicino al suo modo di essere allenatore nello spogliatoio. Anche il mio carattere è un po’ frutto della nostra frequentazione».
Anche se per lui prima di tutto ci sono sempre stati i risultati: tanti risultati. «Quelli sono sotto gli occhi di tutti e non credo si possa discutere perché sono tanti e sono evidenti, ma tutti sono stati frutto della sua grande capacità di leggere le partite».
In che senso? «Ancelotti è un allenatore che sa sempre capire quando è meglio utilizzare un giocatore piuttosto che un altro. Ma non solo, perché riesce a far rendere tutti al 110% delle proprie possibilità e lo fa sempre con il sorriso sulle labbra, senza particolari imposizioni».
Ricapitoliamo: il gruppo viene al primo posto? «Assolutamente, e me ne rendo conto ancora oggi».
Cioè? «Quando noi ex compagni del Milan di quel ciclo ci vediamo, siamo ancora molto uniti e se il gruppo si era formato era sopratutto per merito suo. Aveva sempre la parola giusta al momento giusto. Un grande allenatore, certo, ma anche un grandissimo comunicatore».
Passiamo alla tattica: con il Milan è diventato celebre grazie all’Albero di Natale, ma ha un modulo di riferimento? «Nessuno in particolare. Per lui i giocatori vengono prima di tutto. È un allenatore capace di cambiare a seconda delle esigenze».
E poi? «Non ha sempre utilizzato un solo sistema di gioco ma guarda le caratteristiche dei giocatori».
Quindi a Napoli cosa potrà accadere? «Conoscendolo sono sicuro che guarderà sempre prima la rosa a disposizione e poi deciderà come giocare. Ma comunque è un allenatore molto flessibile e potrebbe cambiare tanto in corsa, sia di partita che di stagione».
Fonte: Il Mattino