De Laurentiis al bivio: adesso il Napoli è una scommessa

L’opinione di Raffaele Auriemma sul Corriere dello Sport, tra il Napoli che è stato e quello che sarà:

«Alla fine ci perderemo tutti. De Laurentiis, la squadra, Sarri, la gente, il calcio italiano, il pallone in assoluto: resteremo tutti sconfitti dalla eventuale ed ormai sempre più probabile separazione tra il maestro di Figline ed il Napoli da lui plasmato in maniera perfetta. Ed ossessiva: anche ieri ha voluto una riunione tecnica con i suoi collaboratori per studiare i numeri della sfida contro il Crotone, tra un pacco e l’altro imballati per organizzare lo sfratto dalla sua abitazione a Varcaturo. Lì dove una settimana fa si è prodotto lo strappo con il presidente, nel corso di un pranzo dal retrogusto amaro per i risvolti di un colloquio che lasciò intendere la fine della collaborazione. In primis per volontà di De Laurentiis, deluso dallo scarso utilizzo dei calciatori in panchina e per aver abbandonato l’Europa League che avrebbe portato altri 15 milioni di euro nelle casse del club. Critiche e nessun apprezzamento, men che mai una proposta per adeguare l’attuale contratto del coach, il settimo in ordine di importanza in serie A. Qualcuno le chiama “incomprensioni”, invece sarebbe più corretto dire che i rapporti tra di loro sono arrivati alla saturazione, non più rinnovabili con un altro progetto tecnico. L’addio è sempre la sintesi di due volontà, ma ci rimetteremo tutti qualcosa, in termini di entusiasmo e di competitività. Non ce ne voglia il prossimo allenatore, non sarà certamente colpa sua se andranno via in tanti dall’attuale squadra azzurra, quella che ha sfondato il muro dei 90 punti, senza aver vinto (prima volta in serie A) il campionato. Nell’attuale organico ci sono 9 calciatori che hanno la clausola rescissoria sottoscritta a cifre a volte anche decuplicate, grazie al lavoro di Sarri, mentre altri, come Koulibaly, sono passati dagli 8 milioni di acquisto agli 80 (almeno) di valutazione. Questo Napoli sarà difficilmente ripetibile e, comunque, avrà bisogno di tempo per ritrovare affiatamento e meccanismi di gioco, così magistrali, da risultare incontrollabili per gli avversari. È un’altra sfida, di quelle che tanto piacciono al presidente, perché finora è sempre riuscito a cavarsela, anche quando le sue scelte sembravano un azzardo, più che opzioni frutto di valutazioni approfondite. Senza Sarri e senza i suoi discepoli, perché il patto scudetto si è chiuso senza quel titolo che solo i “fattori esterni” hanno impedito che si vincesse. Senza le risorse che solo i grandi club possono permettersi per rinnovare i loro progetti tecnici, il futuro del Napoli somiglia troppo a una rischiosa scommessa».

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