«Qua ci vogliono avvocati, medici e calciatori…». La conclusione è sempre la stessa. E nell’ occasione volevano Christian Maggio. Sono d’accordo Mimmo Mollica, il presunto ragioniere dei Lo Russo, ma anche i due medici Luigi e Antonio D’Ari, tutti finiti in cella con l’accusa di reimpiego di capitali sporchi in attività di ristorazione. «Mettiamo i calciatori in mezzo»; oppure: «Diamo il locale al calciatore». Ma entriamo nel vivo delle intercettazioni telefoniche.
Ecco: Maggio. Fanno di tutto per averlo nella propria compagine societaria. Chiacchiere, dal momento che non c’è traccia di un interessamento da parte di Maggio nei confronti di questi soggetti (probabile che Maggio neppure li conosca i fratelli D’Ari), che bastano da sole a dimostrare l’esistenza dello stesso «protocollo», dello stesso cocktail: i soldi della camorra (secondo i pm), volti presentabili (quelli dei professionisti in carriera, in questo caso due medici), vip del mondo del calcio.
Il Mattino.it