De Laurentiis: “Le seconde squadre sono un’invenzione della Juventus”

Il presidente del Napoli: "Sul San Paolo non voglio fare la figura del pezzente"

De Laurentiis: “Le seconde squadre sono un’invenzione della Juventus”

Aurelio De Laurentiis entra nel cortile del Palazzo Reale di Napoli, dove lo attende un convegno di giovani imprenditori edili dopo aver già ritirato in mattinata il premio Industria Felix 2018 alla Luiss di Roma, e con un sorriso smagliante risponde alla domanda del momento: l’annuncio di Sarri? «Chi vivrà, vedrà». Assoluta serenità e riservatezza, ma intanto da lunedì sono attesi tutti gli sviluppi del nuovo corso del Napoli. Che nel frattempo continua la sua partita con la Juve. «Ora si sono inventati questa storia delle seconde squadre», dice il presidente a un tifoso bianconero in sala, insistendo sul concetto di «autorità» verso altri club. Il campionato non è ancora finito ma la nuova sfida è già cominciata.

 

AUTORITA’ JUVE. Dalla panchina alle riserve, il passo è breve. E così, riferendosi a un relatore juventino e alla fuga dei talenti campani verso il Nord, De Laurentiis rilancia sul CdS: «Aspetto risposte a fine giugno per delle aree dove costruire la nuova casa del Napoli, con 12 campi e un vivaio per 10 mila ragazzi. Così non ve li prendete più». Bang. «Ora si sono inventati questa storia delle seconde squadre in Lega Pro, così da condividere i calciatori che sottraete con la complicità degli altri che sono sottoposti alla vostra autorità». A proposito di istituzioni: «Vorrei 16 squadre in serie A ed eliminerei la Champions per un campionato europeo a 20 club». E sugli arbitri: «Dovrebbero essere dipendenti della Lega da espellere per tre anni al terzo errore. E alla moviola vorrei dei tecnici».
QUESTIONE STADIO.La ricerca delle aree di cui sopra dovrebbe servire anche alla costruzione del suo stadio ideale: «Da 30 mila posti, coperto, con le poltrone tipo cinema e il campo mobile che scorre verso gli esterni ed è sostituito da un altro per i concerti». Il primo passo, però, è la riqualificazione del San Paolo, terreno di scontro con il Comune. Ieri rappresentato al convegno dal sindaco Luigi De Magistris, che sfila via prima del discorso di De Laurentiis: i due non si salutano neanche. «Ora la mia priorità è sistemare lo stadio: mi sono scocciato di fare la figura del pezzente quando vengono club come City e Real, e così sono andato dal governatore De Luca per accelerare l’inizio dei lavori. Farò anche parte di un comitato con le istituzioni: dopo il campionato avrei dovuto trascorrere tre mesi a Los Angeles ma non andrò, così da controllare i lavori di persona». E ancora, sul sindaco: «A Dimaro ci mettemmo d’accordo sulle somme passate e future relative allo stadio, e poi m’hanno chiesto 400 mila euro in più. E siamo bloccati da un anno».

La Redazione

 

Comments (0)
Add Comment