I cori razzisti, anzi, quelli di discriminazione territoriale, bisogna chiamarli così, perchè così vengono definiti, si sentono nella stragrande maggioranza degli stadi italiani. Tutte le domeniche. Quelli di ieri sera forse erano più forti, o forse l’arbitro aveva un udito più fine. Fatto sta che, ad un certo punto la gara Sampdoria-Napoli è stata sospesa e Massimo Ferrero, patron blucerchiato, è stato costretto a scendere in campo per fermarli: “La nostra è una tifoseria esemplare – ha spiegato -, chi fa certi gesti non appartiene al calcio. Il calcio è amore è passione in ogni città. La Samp è un’isola felice, cosa c’entrano quattro scappati di casa con il calcio. Sono dovuto scendere in campo per cercare di calmare la tifoseria e sono stato pure infamato“.
“Mi dispiace per quanto accaduto. Ma siamo tra le tifoserie più corrette d’Italia tanto che abbiamo preso meno multe di tutti“, ha detto Pradé. “Genova non è razzista – ha spiegato Giampaolo – i cori sono figli del gemellaggio tra Genoa e Napoli, So potrebbero evitare ma fanno parte dei cori da stadio, Fuori accadono cose peggiori”.
“Ho provato a fermare i cori e a spiegare i rischi alla curva – ha aggiunto Vasco Regini, capitano della Sampdoria. “La sospensione è stata giusta, questi cori non si devono più sentire”. Anche l’attaccante del Napoli, autore del primo gol, Milik ha commentato quanto accaduto. “Dopo il gol ho solo esultato e non volevo offendere nessuno – ha spiegato -. L’arbitro comunque ha fatto bene ad interrompere la gara”.
Strano…nessuna piazza italiana è razzista. Si tratta sempre di “quattro individui problematici”, da altre parti succede sempre di peggio, ma i cori razzisti” si sentono ovunque. Una contraddizione in termini. C’è qualcosa che non torna.
(Dichiarazioni Premium Sport)