Matteo Politano ha deciso scudetto e salvezza. E visto che nelle ultime due giornate il Sassuolo sfiderà Inter e Roma, potrebbe indirizzare perfino la volata Champions. Gira e rigira, uno dei giorni più importanti di questa stagione è il 31 gennaio: pochi minuti prima dello stop alle trattative, per Politano il Napoli offre 28 milioni più uno di bonus. Giovanni Carnevali dice no, Matteo si arrabbia: «E’ normale, in quel momento pensi sia la grande occasione da non lasciarsi sfuggire. Ci sono rimasto male». De Laurentiis aveva offerto una somma notevole considerando che fino a quel giorno Politano aveva segnato appena 3 gol e che il suo record in A era di 5 reti in un campionato. Carnevali avrebbe realizzato una ricca cessione, ma fece bene a rifiutare perché il Sassuolo è salvo grazie a Matteo e il club potrà comunque passare all’incasso in estate. Alla delusione Politano ha reagito da campione oltre che da professionista: ha realizzato altri 6 gol, tutti decisivi, che hanno fruttato 9 punti e la salvezza per il Sassuolo. E la sua rete al Napoli, determinante per l’1-1 finale, ha regalato altri due punti di vantaggio alla Juve.
Matteo, cosa sarebbe successo, in testa e in coda, se il Sassuolo l’avesse ceduta al Napoli?
«Chissà… Di sicuro quelli sono stati giorni travagliati. Avevo paura di aver perso la grande chance di cambiare la mia carriera. Ma sono stati bravi Carnevali e Iachini a dirmi le cose giuste e a farmi capire che avrei avuto altre possibilità di arrivare in un top club».
Quanto tempo ci ha messo a metabolizzare la delusione?
«Qualche giorno: mi hanno aiutato la famiglia, i procuratori e la mia ragazza Silvia. E poi io credo fermamente che il futuro ce lo costruiamo noi. Quindi, smaltita la delusione, ho cominciato a dare il massimo per salvare il Sassuolo e mettere in mostra le mie qualità».
La maturazione è completa?
«Non del tutto, ma negli ultimi mesi sono cresciuto molto: questa è la mia stagione migliore. Iachini mi ha cambiato ruolo: da esterno sono diventato seconda punta, posso seguire l’istinto, ho maggiore libertà e probabilmente è la soluzione migliore per me anche se naturalmente mi trovo molto bene anche sulla fascia».
Si è sentito il trascinatore del Sassuolo?
«No, perché i miei gol spesso sono stati il frutto di belle azioni collettive. Ma ero responsabilizzato dalla grande considerazione che mi avevano dimostrato la società e l’allenatore».
Sta imparando a usare i due piedi quasi allo stesso modo.
«Sì, alleno molto il destro: prima tendevo a giocare solo di sinistro, ma così ero prevedibile per i difensori. Adesso va meglio. Ma ci sono ancora molti difetti da smussare: devo essere più cattivo in campo e più continuo».
Quanto vale questa salvezza?
«Tanto, perché un anno dopo aver conosciuto l’Europa League ci siamo trovati a lottare per non retrocedere. Siamo stati bravi a reagire e a calarci in una realtà diversa».
E’ il momento di andare in una grande squadra?
«Io sono pronto, vedremo se arriveranno offerte. Parlerò con la società e decideremo insieme. Per adesso voglio finire bene la stagione, sia perché giochiamo contro due grandi squadre come Inter e Roma (io sono tifoso giallorosso…) sia perché sono a quota 9 gol e potrei raggiungere per la prima volta la doppia cifra».
In un top club rischierebbe di giocare di meno, almeno all’inizio.
«Ma per me è sempre stato così dappertutto e non sarebbe un problema. Io non ho paura di niente».
E’ al via anche il nuovo corso della Nazionale.
«Questo è uno dei miei grandi obiettivi. La maglia azzurra l’ho vista da vicino grazie a due convocazioni, ma non l’ho mai indossata».
Cosa succede al suo grande amico Berardi?
«Domenico è un ragazzo chiuso, fa un po’ fatica a tirare fuori i problemi, ma adesso ha risolto i guai fisici ed è in continua crescita. Ha eccezionali doti tecniche e fisiche, tornerà presto su grandi livelli».
Il suo gol più bello?
«A San Siro contro il Milan. E a San Siro sto per tornare…».
Fonte: Gazzetta