Mazzarri, Benitez e Sarri… i ciak con de Laurentiis regista
L’opinione di Raffaele Auriemm a sul Corriere dello sport:
“De Laurentiis e Sarri, ma anche Aurelio con Benitez e prim’ancora Mazzarri. E’ la storia di un presidente che ama così tanto i suoi allenatori, da stringerli a sé in un abbraccio soffocante e dal quale, prima o poi, hanno la necessità di allontanarsi. La ragione delle crisi ad intervalli alterni è questa ed è anche la risposta a chi si chiede perché al vertice massimo dei traguardi tecnici, gli allenatori abbandonano il patron. Fateci caso, la storia di Sarri è tale e quale a quelle che avevano visti protagonisti gli altri due coach consacrati dalla piazza partenopea ed a livello internazionale: Mazzarri e Benitez. Dall’ottobre 2009 a oggi sono trascorsi 8 anni e mezzo, con due Coppe Italia, una Superoppa vinta ed un’altra sparita negli errori arbitrali a Pechino, una semifinale di Europa League e tre secondi posti in campionato. E’ un palmares ricchissimo, se si considera l’incredibile voracità della Juventus e, di contro, l’organico della squadra azzurra, via via depauperato dalle cessioni di Lavezzi, Cavani e Higuain. Quest’anno poteva (doveva) essere scudetto, se solo De Laurentiis non avesse ripetuto lo stesso errore commesso altre volte con il Napoli in lotta per il tricolore (leggasi: mercato di gennaio senza rinforzi) e se Sarri si fosse lasciato andare un po’ di più all’utilizzo di calciatori lasciati (inspiegabilmente) troppo tempo in panchina. Ogni volta che scatta la crisi, poi, De Laurentiis prova a recuperare, offrendo ingaggi altrimenti tenuti al ribasso e promettendo tutti i rinforzi richiesti. Finora i suoi tentativi sono rimasti vani, con Mazzarri e Benitez per nulla inteneriti dalle parole d’amore che il patron riesce a tirar fuori in prossimità dell’addio di chi vorrebbe tenere con sé per sempre. Ci perdonerà Giovannino Guareschi se azzardiamo una comparazione nel rapporto tra De Laurentiis ed i suoi ultimi allenatori, con le vicende umoristiche dei suoi personaggi più celebri: Don Camillo e Peppone. Il prete che parla con Cristo sulla croce e si agita contro la falce e il martello, somiglia tanto a De Laurentiis. Così come il comunista che parla con Marx e ce l’ha con il Clero, dà la sensazione di un Sarri a cui mancano i baffi di Gino Cervi. Scriveva Guareschi “sono due persone unite sulle cose essenziali”, con la speranza che lo facciano anche adesso, ricordandosi che oltre l’ingaggio ed il fatturato, c’è un bene comune da difendere in ogni modo: l’incomparabile tifoso del Napoli.
La Redazione