Cucci sul Roma: “Campionato non ancora chiuso, ma che scempio questa VAR”

L’ampia analasi della giornata di campionato di Italo Cucci per il Roma.
Il campionato non è finito. Lo scudetto non è stato ancora assegnato. Il Napoli si è sgonfiato come la Juve che aveva sgonfiato una settimana fa e può contare sugli effetti speciali di un torneo specialissimo. Troppi dimenticano infatti finali roventi come questo: tecnicamente un  ricostituente per un campionato definito “dequalificato” e dunque unomaggio agli appassionati competenti. Il gioco è spesso da applausi.
L’ambiente no.
È avvelenato. Soprattutto dallo strumento nato – dicevano – per portare serenità e giustizia nel calcio, trasformato in mezzo indomabile di provocazione, tale da mettere a rischio il gran finale. Nel tempio di San Siro è stato sacrificato alla dea VAR Daniele Orsato, persona per bene, arbitro illuminato, il migliore d’Italia, uno dei propugnatori dell’uso dell’odioso strumento che ha presentato, spiegato e raccomandato a mezzo mondo. Uno che poteva sbagliare e ha sbagliato, non un ladro come vogliono i giustizieri della notte, veri nemici del
calcio. Lo hanno fatto a pezzi perché il VAR Paolo Valeri, l’uomo nascosto dietro il marchingegno, ha suggerito – si dice a richiesta –  il rosso a Vecino senza poi manco prendere in considerazione un giallo bis a Pjanic che sarebbe costato l’espulsione allo juventino, non la certa sconfitta della sua squadra capace di attingere a una panchina generosa. Espulsione giusta, dunque, sarebbe stata. Come quella dell’interista che
ha lasciato evidente il morso dei suoi tacchetti sulla caviglia di Mandzukic. Per questo Orsato – si dice “impressionato dal sangue” -avrebbe chiesto l’intervento di Var Valeri, adducendo particolare sensibilità delle istituzioni europee per lo spargimento di sangue come se in passato fosse data via libera a Jack Lo Squartatore. E tuttavia Orsato, fischiato dal popolo nerazzurro allo stadio e ricoperto di insulti sul web dagli odiatori della Juve, non ha trovato un solo paladino della VAR che lo soccorresse, lasciandolo alla gogna per la
libidine dei perdenti nati e di coloro che nulla sanno del mistero del calcio e ne sprecano dieci preziosi minuti per sostenere il dubbio  sapere dei varisti.

Come se non bastasse, l’Altra Partita, Fiorentina-Napoli, è subito stata paradossalmente ferita dalla VAR con l’intervento di Mazzoleni su Koulibaly: l’arbitro poco amato dainapoletani per antiche rogne…cinesi avrebbe potuto evitare la scena drammatica del rigore dato-e-non-dato se avesse dovuto contare solo suse stesso, e invece oggi gli arbitri infliggono perentoriamente una sanzione a cuor leggero sapendo che il giudizio finale spetta a una macchinetta. È ancora calcio, questo? Sgombrato il campo dagli equivoci “varistici” restano dati calcistici indiscutibili: come l’energia eccezionale dell’Inter in dieci fino a quando il suo tecnico – che lo ammette – sbaglia le scelte finali, togliendo dal campo Icardi, per gestire un successo ingestibile, visto che ormai le partite si decidono dopo il novantesimo e oltre (mi ha fatto venire in mente Klopp che richiama in panchina Salah dando alla Roma la possibilità di fare due gol importanti). A Firenze, invece, Sarri sbaglia la sostituzione all’inizio, quando – dovendo giocare in dieci – richiama Jorginho per coprirsi con Tonelli. Senza nulla togliere alla splendida Fiorentina di Simeone jr, s’è visto subito che il Napoli aveva bisogno di energia forse per aver dato tutto a Torino. Milik, che di energie è suo malgrado ricco, sarebbe servito per rinvigorire un team fiacco. E non mi si venga a dire che gli azzurri erano giù di gamba perquel ch’era successo a San Siro. Son storie per squadrette smidollate, queste. La verità l’ha detta Sarri alla vigilia: attenti alla Fiorentina. Che una volta di più ha fermato il Napoli. Mancano tre partite alla fine. Tutto è ancora possibile. Se spegnessero la VAR sarei  fiducioso in un finale coi bòtti. Non con le botte.

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