ESCLUSIVA – A. Pezzella: “Mio cugino Giuseppe fu ad un passo dal Napoli, ecco cosa mancò per il sì”
Sabato mattina, presso il “Centro Sportivo Mean Sport” di Quarto c’è stata l’inaugurazione dei campi sportivi dei fratelli Micillo e che vede la collaborazione dei fratelli Caruso. Una struttura all’avanguardia dove ha visto la partecipazione dei genitori, dell’animazione e degli addetti ai lavori colpiti dalla professionalità e non solo delle persone che ci lavorano. Ilnapolionline.com ha intervistato Alessandro Pezzella, cugino di Giuseppe, terzino classe ’97 dell’Udinese e sulla scuola calcio Ciro Caruso 16.
Più di una settimana fa Giuseppe ha affrontato il Napoli al San Paolo, disputando una buona partita su Callejon, la tua opinione in merito alla sua gara. “Anche io penso che abbia giocato abbastanza bene e poi a mio avviso ha fatto una bella prova nel marcare Callejon. Sulla sua stagione a Udine penso che stia dando il massimo quando è stato chiamato in causa e perciò sono contento del suo rendimento in Friuli”.
Nelle ultime sessioni di mercato si è spesso accostato il nome di tuo cugino al Napoli. Secondo te c’era qualcosa di vero, oppure erano solo rumors? “Penso che c’è stato un momento che Giuseppe potesse vestire la maglia azzurra, però il più delle volte siano state solo chiacchiere. In passato mio cugino poteva essere del Napoli, ma non se ne fece più nulla. Dispiace perché lui da buon napoletano avrebbe voluto vestire quella maglia però si sono prese strade diverse, peccato”.
Passando alla tua stagione alla scuola calcio Asd Ciro Caruso 16, vorrei sapere del tuo rendimento e aspettative future. “Purtroppo ho avuto la pubalgia che mi ha colpito all’inguine, sto giocando ma non come vorrei a livello di rendimento. Sulla scuola calcio dei fratelli Caruso posso dire che è una delle migliori, ottima a livello di organizzazione dentro e fuori dal campo. Per quanto riguarda la famiglia Caruso sono persone splendide e che mi stanno insegnando tanto non solo sul piano sportivo ma anche nel contesto sociale e per questo io li ringrazio di vero cuore”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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