Il punto della situazione – di R. Muni: “Il cielo si tinge d’azzurro”

Alla vigilia della madre di tutte le partite, avevamo auspicato leggerezza mentale per sfidare la Juve in casa sua, forti del fatto che il Napoli era, tra le due, la squadra che aveva meno da perdere. I padroni di casa erano forti di quattro lunghezze di vantaggio e di due risultati su tre per archiviare virtualmente il settimo scudetto consecutivo. La sensazione è che Max Allegri abbia impostato la sua partita all’insegna del prima non prenderle, cercando di sfruttare l’occasione giusta per vincere, proprio come fatto all’andata ed in molte altre partite. Con Pepe Reina spettatore non pagante, l’opera stava riuscendo a metà, poiché la partita era inchiodata sullo zero a zero fino al minuto 89, nonostante i Sarri’s boys stessero facendo di tutto per sbloccarla. Sembrava un film già visto, l’ennesimo sforzo non ripagato dalla fortuna ed in molti avevano perso le speranze di espugnare il fortino dei campioni d’Italia in carica. Kalidou Koulibaly lo aveva promesso ad un amico che avrebbe fatto di tutto per vincere ed ha mantenuto la parola data, volando poco meno di tre metri sopra lo Stadium per spingere con la fronte quella perla balistica disegnata da Callejón alle spalle di Gigi Buffon. All’ultimo tuffo, all’ultimo respiro, quando l’ennesima beffa ai danni del ciuccio si stava materializzando, ci ha pensato il gigante senegalese a dare un corso diverso a questo campionato. Troppo tardi per rischiare il ritorno della vecchia signora, troppo tardi per innescare un’altra giostra emozionale, appena in tempo per accendere la festa azzurra! Koulibaly è salito fino al cielo per tingerlo di un azzurro luccicante, brillante, poetico. Il volo del K2 ha chiuso una ferita aperta due anni fa dallo juventino Zaza, sempre allo scadere, ancora allo Stadium. Un cerchio che, tuttavia, non è ancora chiuso del tutto poiché, è bene ricordarlo, davanti ci sono ancora loro, anche se distanti appena un soffio. Aveva ragione la schiera degli ottimisti, del vietato mollare mentre tra i pessimisti adesso si predica la calma, si invoca la scaramanzia e si fa da pompieri per spegnere gli eccessi di entusiasmo. Il destino non è nelle mani di Sarri e dei suoi boys ed il calcio ci insegna che le partite vanno giocate sempre, per tutti e novanta minuti. Proprio la Juve ce lo insegna poiché troppo presto avevano pronosticato la fine dei giochi scudetto con il big match. Non paghi, continuano a farlo poiché qualche opinionista di fede bianconera è tuttora sicuro che il settimo scudetto consecutivo arriverà e che, nel medio periodo, chi ha festeggiato il successo di domenica sera (…il Napoli…) scivolerà via via sempre più in basso in classifica. Sembra di risentire i commenti di trent’anni fa, quando i napoletani venivano criticati perché festeggiavano i successi targati Maradona e Bianchi. Il gol di Koulibaly è uno schiaffo dato a tanta arroganza mista a razzismo ed una risposta a chi crede che l’unica cosa che conta è la vittoria e che, all’indomani di Juve-Napoli, ha visto tornare indietro queste parole come un boomerang. Napoli ha seguito ed accompagnato i Sarri’s boys prima della partenza e li ha attesi a notte fonda per ringraziarli dell’immensa gioia. Il sogno nel cuore è più forte che mai e questo Sarri ed i suoi boys lo sanno bene. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni
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