L’editorie di Raffaele Auriemma sul CdS:
“Dal gol di Zaza all’88’ a quello di Koulibaly arrivato al 90’, non passano soltanto due minuti, ma tre anni di duro lavoro svolto quotidianamente da Maurizio Sarri. La sintesi della vittoria di domenica all’Allianz è questa, sta tutta nella paziente applicazione dei concetti sarriani su di un gruppo addirittura ridimensionato rispetto alle altre due stagioni che hanno preceduto quella che ancora oggi viene vissuta come la più appassionante ed incerta degli ultimi 10 anni di serie A. Nella formazione con la quale due anni fa il Napoli abdicò dal primo posto, giocava ancora Gonzalo Higuain, bomber di razza che ha fatto il record della serie A in maglia azzurra, e dalle ultime due finestre di mercato sono sparite pedine che potevano servire, come Pavoletti, Maksimovic e Giaccherini, oltre a Ghoulam ancora fermo dallo scorso primo novembre. Sarri ha reso questa squadra pressoché perfetta, tanto da impedire alla Juventus di calciare verso Reina: nemmeno un tiro nello specchio della porta, un dato statistico mai registrato a Torino da quando esiste l’Allianz Stadium. Talmente perfetta, che proprio Koulibaly ha smesso di essere un bel difensore, aitante, rapido, eppure troppo spesso distratto, per diventare un calciatore così assoritito da riscattare se stesso anche negli errori più recenti. La sconfitta del 13 febbraio 2016 e quella dell’andata al San Paolo, scaturirono entrambe da due distrazioni di Kalidou in chiusura, prima su Zaza e poi su Higuain. E’ anche una questione di mentalità, cresciuta nella sicurezza della squadra che in trasferta si esprime bene, se non addirittura meglio, rispetto alle gare casalinghe. Non può essere un caso se nel triennio a guida Sarri, il Napoli ha conquistato lontano dal San Paolo 31 punti al termine del primo campionato, 43 nel secondo e chissà quanti in questo che vede gli azzurri già a quota 43, con altre due gare da giocarsi in esterna. La volata è stata ormai lanciata e non la vinci se durante tutta la tappa non ti hanno aiutato i gregari a far respirare gli sprinter. In questo ultimo tratto di strada, con 9 azzurri oltre i tremila minuti giocati (in pratica, almeno 33 gare complete), sono entrati in scena i difensori che hanno fatto le mansioni di attaccanti un po’ saturi come Callejon (3.828 minuti, 42 gare piene) e Mertens (3.592 minuti, 39 gare piene): Albiol e Tonelli hanno contribuito alla vittoria contro l’Udinese e Koulibaly ha abbattuto la Juventus. Anche questa una sintesi della formula sarriana: la miglior difesa va anche all’attacco”.