Il Napoli ha 4 punti di ritardo. Nell’incrocio d’andata ne aveva 4 di vantaggio e la possibilità di sprofondare i bianconeri ripartiti con la pancia piena e le voglie tiepide. Ma pagò l’euforia tattica dettata dal senso di predestinazione che galleggiava già in città: quest’anno è quello buono... La Juve, umile fino al cinismo, si rannicchiò nella cesta per poi scattare a mordere con il velenoso Higuain. Dalla paura di finire a -7 allo scatto per risalire a -1 e rimettersi in linea con le proprie ambizioni. Mezzo campionato dopo Sarri vuole restituire la beffa: risalire a -1 e mettere un coniglio nel cuore della Signora che poi dovrà fare visita a Inter e Roma, affamate di Champions. Impresa non facile perché quanto più si creano le condizioni per tremare, tanto meno questa Juve trema. Pirati come Buffon e Chiellini certe partite non le sbagliano mai. Possono distrarsi in un pomeriggio di provincia, mai in una sfida scudetto. Dopo la Svezia e il Real, Buffon ha un bisogno disperato del 7°, leggendario, scudetto di fila per non ridurre l’addio a una finale di Coppa Italia. Higuain sarà animato dal solito orgoglio da ex che lo ha reso letale due volte su tre. La necessità di vincere, regalerà spazi che Allegri sa sfruttare come pochi (vedi l’andata). Douglas Costa è un incendio che brucia ossigeno a campo aperto. Dybala pure. E poi lo Stadium, «il palazzo del potere», sembra inattaccabile: il Napoli ci ha perso 6 volte su 6 in campionato. La prima volta Sarri perse per un gol di Zaza pescato dalla panca, simbolo di una superiorità d’organico che ha sempre fatto la differenza. Con meno turnover (anche per scelta) oggi il Napoli è più stanco e lo ha dimostrato vincendo solo 3 partite delle ultime 7 e rallentando palleggio, ritmo, corsa, tutto. «Per un colpo di Stato bastano 16 uomini», spiega Sarri. Sì, ma un colpo di Stato non dura 38 giornate. Fonte: gasport