Napoli-Udinese – di V. De Lillo: “I sogni, si sa, sono duri a morire…”

 

Napoli-Udinese
Turno infrasettimanale con qualche novità di formazione rispetto al solito per gli azzurri.
C’è Tonelli al posto dello squalificato gigante di cioccolato, Diawara al posto di Jorginho, per cercare magari un nuovo effetto Chievo; Zielinski per Allan, messo sotto carica in panchina e Milik titolare a sostituire il Mertens senza genio dell’ultimo periodo.
Al San Paolo però arriva l’Udinese, che, venendo da 9 sconfitte consecutive, ha necessità di portare a casa punti.
“…E per la legge dei grandi numeri non è detto che non lo faccia…”
Ha dichiarato il telecronista nell’introduzione al match, scatenando un attacco silenzioso, ma convulso e continuo di sfregamenti apotropaici.
Basta, non pensiamoci, giochiamo come sappiamo e tutto andrà per il meglio.
Penso con le mani occupate.
I tanti cambi tra gli azzurri sembrano subito dare l’effetto sperato perché i ragazzi corrono rendendosi pericolosi più volte, per lo meno nei primi 15 minuti, finché cioè l’Udinese inizia a capire che tutto sommato non ha niente da perdere, e quindi tanto vale morire con onore.
Addirittura con molto onore, tanto che  passa pure in vantaggio con Jankto che, sbucando alle spalle dei difensori appisolati e colpevoli, butta la palla dentro.
Ci potrebbe salvare la VAR, perché onestamente sembrava fuorigioco, ma niente, decidono che è goal.
Uno sguardo alle immagini, uno all’arbitro, un pensiero fugace con altro gesto apotropaico annesso ai telecronisti iellanti e siamo 0-1.
La VAR è così, o si odia o si ama.
Ora la sto odiando.
Brutte, bruttissime sensazioni, lo ammetto. 
Che però fortunatamente non toccano Insigne, che subito pareggia dopo una splendida giocata.
Sospiro di sollievo e 1-1, è finito il primo tempo.
Sarebbe stato terribile andare al riposo in svantaggio con quelli che vincono sempre, dobbiamo almeno vincere pure noi.
L’Udinese però è tutt’altro che d’accordo con questa mia affermazione e a inizio secondo tempo passa in vantaggio. Ancora un buco in difesa, oggi in versione Emmental, e siamo di nuovo sotto.Telecronisti e tifosi di quelli là gongolano.
Il Napoli sembra accusare il colpo come il sottoscritto, che ormai dalle unghie è passato a mangiare i polpastrelli, ma non Sarri, che prova il tutto per tutto trasformando il modulo in un azzardato 4-3-2-1.
Fuori Hamsik dentro Mertens.
Sembra meglio, facciamo azioni buone, rischiando qualche ripartenza ma riusciamo a pareggiare sugli sviluppi di un calcio d’angolo con Albiol, di testa, proprio mentre a Crotone la squadra di casa pareggia.
Ora siamo noi a gongolare con moderazione… ma bisogna vincere, quindi: tutti avanti!
Grido nella mia testa ai nostri virgulti giovani.
Sembrano avermi sentito perché mi seguono a tal punto che a momenti prendiamo goal in contropiede, tanto che sono costretto a rettificare:” ragazzi, attaccare sì, ma con criterio, cerchiamo le fasce…”
Di nuovo sembrano ascoltarmi, perché pochi minuti dopo passiamo in vantaggio con Milik, lesto a ribadire in rete una respinta di Bizzarri su Callejon.
Ok 3-2. 
L’Udinese, scossa nell’animo, ha gli ultimi spasmi di vita e attacca ancora, almeno finché Tonelli, ancora su calcio d’angolo, e ancora di testa, fissa il risultato sul 4-2.
C’è il tempo ancora di un paio di azioni degli ospiti, a cui va la mia stima per aver cercato di giocare a calcio e poi finisce il match, mentre a Crotone già era finito da un paio di minuti sul risultato di 1-1.
Dopo aver fatto un sentito e legittimo gesto dell’ombrello ai telecronisti autori della dichiarazione iniziale, quella che ha strappato i miei folli gesti scaramantici, possiamo gongolare veramente.
Il sogno più grande ora è di dire la stessa cosa anche dopo la prossima partita.
I sogni del resto, si sa, sono duri a morire…
A cura di Vincenzo De Lillo
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