Uno stralcio della lunga intervista rilasciata da Sacchi a Il Mattino:
A proposito di rimonte: il Napoli può fare alla Juve quello che il Milan di Sacchi riuscì a fare al Napoli di Bianchi?
«Lo può fare, certo. Ma se non vi riesce sarà lo stesso una stagione straordinaria. Lo può fare perché vedo la stessa determinazione e la stessa autostima che c’era nel mio Milan. Una forza che dà solo il gioco. In questo caso il gioco di Sarri. Ma se il Napoli arriva secondo, il giudizio di tutti sarà diverso su Sarri e i suoi eroi? Ed è questo il limite culturale del nostro Paese».
Insomma, il Napoli deve già essere felice così?
«Ma certo. Non ha top player eppure esprime un gran calcio di qualità e valori. Lo scudetto sarebbe il giusto premio alla bellezza e alla generosità. Il Napoli non ha le risorse della Juve e ha il quinto del fatturato di almeno altri 4 club di serie A. E allora, di cosa discutiamo? Comunque vada, il Napoli ha già vinto».
Cosa manca al Napoli di Sarri per riuscire a vincere dando spettacolo come il suo Milan?
«Ancora la vittoria? Noi non dobbiamo pensare solo al vincere. Non importa vincere ma il modo. È quello che ti apre a un nuovo futuro. Sennò sei nel passato. E Sarri ha portato il Napoli nel futuro».
Perché gli altri in Italia che fanno?
«Noi negli ultimi vent’anni abbiamo sbagliato i valori. Il merito, la bellezza, le emozioni, lo spettacolo, l’ottimismo sono valori, costruire è meglio che distruggere. Invece per noi conta solo vincere, magari approfittando dell’errore altrui. Siamo stati sempre così, non solo nel calcio. Siamo convinti che il difensivismo ci dia più certezze dell’offensivismo, che distruggere sia più importante che costruire. Noi pensiamo al calcio individualmente, ma se sono in 11 un motivo ci sarà? Vedevo tempo fa un’Italia-Danimarca con Costacurta al mio fianco: noi bravi individualmente, loro buon collettivo. Vincono loro. Costacurta mi fa: tutti hanno imparato da noi, tranne che noi italiani».