Tutto è ricominciato un attimo prima che finisse, e perfino nel modo più inglorioso, con le curve che insultavano De Laurentiis e con Insigne che mandava a quel paese il rumoreggiante San Paolo. Quando il Napoli stava per dire addio al campionato, in 4 minuti si è ripreso quanto aveva ampiamente meritato in partita. Al 43’26” del secondo tempo era sotto di un gol e la Juve a +7. Era finita. Sembrava finita. Perché poi il calcio è tornato ad essere se stesso, un romanzo entusiasmante, dove un attimo vale più di un’ora. In quel momento ha pareggiato Milik, su assist di Insigne. E’ venuto giù il San Paolo. Mancavano in tutto 4 minuti e mezzo, compresi i 3 (eccessivamente pochi) di recupero, poi prolungati a 5. Un uragano ha spinto gli azzurri in attacco, dall’ultimo angolo, il quattordicesimo della serie, Milik ha messo di testa la palla sul piede di Diawara, solo (troppo solo) in mezzo all’area: il destro aggirante del giovane guineano l’ha messa sul palo lontano. Era il 47’30”, allora sì che il San Paolo ha tremato. La panchina si è rovesciata in campo, Diawara ha preso a correre come un pazzo finendo disteso e ubriaco di felicità lontanissimo dall’area del Chievo. Quando l’arbitro ha fischiato la fine, la gente non se ne andava più dallo stadio.
Fonte: CdS